Footprints, Tony Williams sulle orme di Miles Davis
[Note di lunedi n. 110] Nella sua versione originale Footprints è un brano d’avanguardia, al tempo stesso la semplicità del giro armonico lo ha trasformato in un brano da jam session, alla portata di tutti. E’ difficile pensare ad un altro pezzo nel quale coesistano queste opposte qualità.
L’autore di Footprints è Wayne Shorter, tuttavia la spregiudicatezza e l’approccio libero della band sono certamente un’impronta di Miles Davis, che chiedeva sempre ai suoi musicisti di evitare cliché e frasi preconfezionate durante i loro assoli.

Nessuno interpreta questo punto di vista meglio del batterista Tony Williams. Sebbene fosse il più giovane della band, Tony Williams aveva già una forte personalità e questa esecuzione lo dimostra, il suo accompagnamento a volte si ferma, indugia, riparte, si increspa ed intensifica in modo imprevedibile.
Il brano ha un tempo di 6/4 e segue quasi per intero la forma di un blues minore: abbiamo l’accordo del I grado nelle prime quattro misure, il passaggio IV I nelle quattro misure successive.

Nelle ultime 4 misure, che completano il classico giro di 12, vediamo però una soluzione armonica inattesa: invece del V grado troviamo alcuni accordi che si muovono cromaticamente e che non hanno nulla a che fare con la tonalità di partenza, Do minore.

Questi accordi sembrano rivolgersi verso la tonalità di Re minore, un tono sopra la tonalità del brano. Mediante questo espediente, Wayne Shorter rende l’armonia di Footprints instabile e contraddittoria.
Una cosa simile accade per quanto riguarda il ritmo: poco dopo l’inizio dell’assolo di Miles Davis (2’20”) Tony Williams trasforma l’iniziale tempo di 6/8 in un tempo di 4/4. Il contrabbassista Ron Carter risponde rapidamente, trasformando la linea di basso in modo coerente:

L’unico elemento stabile nel pezzo è proprio la linea di basso, che non viene abbandonata neppure durante gli assoli. Il pedale suonato dal contrabbasso permette agli altri quattro strumenti di muoversi liberamente. Una libertà della quale tutti sembrano approfittare, in particolare il batterista Tony Williams, il vero solista in questa esecuzione.

Arrivederci al prossimo lunedì!
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Footsprints fa parte della lista per IMPARARE A MEMORIA 100 STANDARDS JAZZ
Buongiorno, a proposito di tempi mi chiedevo, se non è troppo disturbo, se poteva aiutarmi a capire cosa sia il tempo tagliato nella pratica. Grazie anticipatamente.
Buon giorno Gina. Il tempo tagliato è un tempo di 4/4 che viene letto/pensato in due pulsazioni, come se fosse un 2/2. Si usa di solito su tempi piuttosto veloci, ad esempio è di uso comune nella scrittura del Samba. Le conseguenze pratiche sono limitate, si tratta di contare in due oppure in quattro, a volte dipende dall’esecutore scegliere con quale pulsazione è più a suo agio nel leggere e suonare.
Apprezzo molto la sua disponibilità e cortesia.
Buongiorno e complimenti per la sua rubrica sempre pregna di stimoli, come in questo caso… ne approfitto per domandarle cosa intende per “Carter risponde rapidamente, trasformando la linea di basso in modo coerente”, con relativa trascrizione.
Se passano in 4/4 in quel modo, il tempo non dovrebbe accelerare notevolmente? Grazie anticipatamente.
Buon giorno Franco, in effetti avevo dimenticato di precisare che nel cambio di tempo ♩.=♩ ,quindi in sostanza la durata delle misure è uguale. Ho corretto anche l’immagine nell’articolo, grazie per l’osservazione e per la sua visita