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Note di Lunedì

The Dark Side of the Moon, un intreccio su quattro piani narrativi

A quarant’anni dalla sua pubblicazione, Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd mantiene intatta la sua bellezza e rimane uno dei concept albums più riusciti di tutti i tempi. Punto di arrivo insuperato nell’uso delle tecnologie musicali dell’epoca, il percorso musicale è arricchito da procedimenti raffinati, da elementi meta-testuali e da molteplici piani narrativi. Proviamo a seguirne alcuni.

The Dark Side of the Moon: il soggetto

The Dark Side Of The Moon è un racconto sull’esistenza umana: la nascita e la morte, il passare del tempo, la violenza, la follia, la guerra. L’album è diviso in due blocchi, corrispondenti ai due lati del disco di vinile, all’interno di ciascun blocco la musica scorre senza pause, i brani musicali sono infatti collegati tra loro.

Il primo blocco racconta la vita dalla nascita alla morte e si conclude con The Great Gig In The Sky. Il secondo blocco affronta alcuni temi specifici: il denaro, la guerra, la violenza, la follia.

Il discorso si articola su quattro distinti piani narrativi:

  • Il testo delle canzoni
  • I frammenti di conversazioni che appaiono durante i brani o tra un brano e l’altro
  • La musica, che spesso usa procedimenti descrittivi per sottolineare i temi delle canzoni
  • Rumori di vario tipo, utilizzati a volte come veri e propri strumenti

I diversi piani del discorso non sempre procedono in modo lineare ed univoco, tutt’altro. I commenti parlati spesso sono sarcastici e sembrano quasi contraddire il testo delle canzoni. Anche l’uso di suoni e rumori non è didascalico e prevedibile, l’effetto è quello di una continua polifonia musicale e di significato, i contenuti si intrecciano in modo vario lasciando all’ascoltatore la facoltà di seguire un’idea, oppure il suo contrario.

The Dark Side of the Moon: i testi

I testi dell’album sono spesso aperti a molteplici interpretazioni. Alcuni temi ricorrenti sono: il respiro (Breathe, Breathe-reprise, Time); la follia (Speak to me, Brain Damage); il sole e la luna (Breathe, Time, Brain Damage, Eclipse); il passare del tempo (Breathe, Time, Eclipse); la morte (Breathe, The Great Gig in the Sky, Us and Them); la corruzione e il denaro (Money); la guerra (Us and Them).

In alcune circostanze i testi utilizzano procedimenti meta-testuali, ovvero rompono la finzione narrativa alludendo direttamente alla forma-canzone nella quale sono contenuti. Sul finale di Time il testo infatti recita:

The time is gone, the song is over, Thought I’d something more to say (Il tempo è passato, la canzone è finita, ma io pensavo di avere ancora qualcosa da dire)

In Eclipse si può apprezzare un altro sofisticato espediente narrativo: il brano è costruito con l’accumulo, in crescendo, di frasi simmetriche che iniziano con all that you… , il discorso è dunque sospeso, spezzato, eppure molto potente e suggestivo.

Questo tipo di procedimento poetico (detto anafora) non è molto frequente nel testo della canzoni. Lo troviamo in alcuni rari casi, come Que serà que serà di Chico Buarque, o Quelli che di Enzo Jannacci, tanto per citare due esempi appartenenti a diversi generi musicali.

The Dark Side of the Moon: La musica

L’album è coinvolgente e ricchissimo in ogni aspetto musicale. Le scelte timbriche e di arrangiamento sono estremamente varie, possiamo infatti apprezzare numerose sonorità:

Gruppo rock composto da chitarre, basso elettrico, batteria ed organo (Breathe, Time)

  • Pianoforte e voce gospel (The Great Gig in the Sky)
  • Sintetizzatori ed effetti (On The Run, Any Color you like)
  • Cori (Us and Them, Time)
  • Sassofono (Us and Them, Time)
  • Pianoforte elettrico (Breathe)

Anche dal punto di vista della forma troviamo diverse soluzioni, dal giro di blues in Money, a brani monocordali come On The Run, fino alla forma canzone di Us and Them ed alle modulazioni repentine tra le tonalità di F e Bm della ballad The Great Gig in the Sky.

Molto varie anche le soluzioni ritmiche: il 3/4 di Any Color You Like, l’inconsueto tempo dispari 7/8 di Money, il tradizionale 4/4 del rock che caratterizza i rimanenti brani.

In alcuni casi la musica ha una funzione descrittiva ed esprime alcuni concetti senza l’ausilio di parole: è il caso di On the run, dove la musica ci fa vivere la sensazione di una corsa sfrenata, di Money dove il tempo dispari esprime la fatica e l’affanno dell’accumulo e dell’avidità, e ancora di The Great Gig in the Sky, un brano lunare ed astratto che sintetizza tutti i contenuti dell’album, anche in questo caso senza l’ausilio di un testo cantato.

La ricchezza dell’arrangiamento appare evidente anche soffermandosi sulle parte solistiche, sempre diverse, che sono affidate a: chitarra con glissando (Breathe), sintetizzatore (On the run, Any Color You Like), batteria (Time), chitarra distorta (Time, Money), voce gospel (The Great Gig in the Sky), sax tenore (Money, Us and Them), organo e pianoforte (Us and Them), chitarra con wha-wha (Any Color You Like)

Alan Parsons
Alan Parsons

Rumori ed effetti

L’uso di suoni ed effetti è ricco ed originale: il battito del cuore che apre e chiude l’album, gli orologi che introducono Time, i registratori di cassa usati in Money in modo ritmico come un vero strumento musicale. Possiamo inoltre sentire elicotteri, esplosioni, passi. Collaboratore di primo piano nella registrazione ed elaborazione dell’album fu il tecnico del suono Alan Parsons.

Esemplare dell’uso articolato e polivalente dei suoni in questo album è il vagito che sentiamo all’inizio di Breathe. Si tratta di un suono estrapolato dal vocalizzo di Clare Torry su The Great Gig in the Sky. L’utilizzo di questo singolo suono può essere letto su tre piani: da un punto di vista musicale, con il suo crescendo ha funzione di apertura del brano. Dal punto di vista del significato rappresenta il primo respiro alla nascita; infine, da un punto di vista formale anticipa quanto avverrà su The Great Gig in the Sky, dove questa voce sarà pienamente protagonista.

L’album è ricchissimo di intrecci di questo tipo, un autentico labirinto nel quale possiamo seguire moltissime strade, spesso alternative l’una all’altra.

Conclusioni, il lato oscuro della luna

Il lato oscuro della luna cos’è? I brani sembrano dare risposte molteplici e contraddittorie: la guerra, la corruzione e il denaro, oppure la follia in cui rifugiarsi, assenti ed inconsapevoli di tutto. O ancora più semplicimente: la morte verso cui tutto confluisce, malgrado gli sforzi e gli affanni umani.

Questa sembra essere la conclusione “apparente”, in quanto l’ultimo commento parlato recita:

There is no dark side of the moon really. Matter of fact it’s all dark” (non esiste un lato oscuro della luna, perché di fatto tutto è oscuro)

Eppure questa conclusione, per certi versi scontata, non è del tutto convincente. Alla fine dell’album ci sentiamo tutt’altro che sopiti e rassegnati, questa splendida opera trascende confini esclusivamente musicali ed esprime una carica vitale molto potente e concreta, al punto da farci credere che il lato oscuro della luna non sia la morte bensì la vita stessa, con i suoi affanni e le sue contraddizioni.

Dopo tutto, alla fine dell’album l’ultimo suono che sentiamo è un cuore che malgrado tutto continua a battere.

Alan Parsons

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  • eh beh…. avevo 19 anni prima cover band i mitici veli di maya un anno di prove prima di uscire..nel 1994 andavamo in giro come cover band dei pink floyd eseguivamo quasi tutto dark side of the moon a parte money ..suonammo spesso al paprika di aulla … l’amicizia era tutto.. fu anche l’anno del tour di pulse ..dormimmo davanti ai cancelli arrivando il giorno prima dell’inizio. di notte assistemmo alle prove luci del palco… abbiamo visto tutto a 5 metri dal palco nella zona antipanico… ricordo tutto … lo so che forse quelli non erano i veri pink ma non potevo tornare in pancia e farmi partorire negli anni 50… come si dice il primo amore non si scorda mai…. un caro saluto

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