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Note di Lunedì

Teddy Wilson, Pennies From Heaven

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[Note di lunedì n.13] Teddy Wilson era un virtuoso del pianoforte ma raramente faceva sfoggio della sua abilità, suonava sempre in modo elegante ed essenziale. Lo ascoltiamo insiema a Billie Holiday in una graziosa canzone dal titolo Pennies From Heaven.

Teddy Wilson era un pianista assai meno appariscente dei suoi contemporanei Jelly Roll Morton, Art Tatum e Fats Waller. Per questo motivo, più che come un solista lo si ricorda come un grande accompagnatore. Tra le sue collaborazioni più importanti, si segnalano quelle con grandi interpreti come Billie Holiday, Lester Young, Benny Goodman, Coleman Hawkins, Benny Carter.

Le qualità di Teddy Wilson ne facevano infatti un accompagnatore ideale, da questo punto di vista possiamo considerarlo è il primo di una straordinaria serie di pianisti accompagnatori come Red Garland, Wynton Kelly, Hank Jones, Tommy Flanagan.

Come Teddy Wilson, questi pianisti hanno svolto con passione l’importante ruolo di pianista sideman, rimanendo spesso nell’ombra ma fornendo un contributo prezioso alla musica jazz.

In Pennies from Heaven possiamo apprezzare alcune caratteristiche di Teddy Wilson. Al minuto 0’17” il pianista espone il tema arricchendolo con tipiche volatine ad arpeggi, molto caratteristiche del suo stile personale. Osserviamo ad esempio la sestina discendente a misura 6, la serie di terzine ascendenti a misura 9, il passaggio ascendente-discendente-ascendente alle misure 15-16.

Teddy Wilson, abbellimenti su Pennies From Heaven
Teddy Wilson, abbellimenti su Pennies From Heaven

L’esecuzione dimostra grande senso delle proporzioni, rilassatezza e semplicità, tutti elementi tipici del pianismo di Teddy Wilson. La seconda metà del tema viene esposta dal sax tenore di Ben Webster (0’53”), segue poi Billie Holiday (1’28”) che ovviamente interpreta la canzone a modo suo.

Billie Holiday semplifica le melodie che canta, con la sua inimitabile capacità di scegliere le note davvero essenziali di un tema, ed insistere solo su quelle. La cantante è un’autentica specialista nella variazione tematica e le sue variazioni operano sempre per sottrazione, togliendo note invece di aggiungerne altre.

In questa sua esecuzione si sente molto chiaramente l’influsso che Louis Armstrong aveva avuto su di lei. Del resto, fu proprio Billie Holiday a raccontare che da ragazzina ascoltava i dischi di Louis Armstrong e li imparava a memoria. Immaginate di sentire la voce roca di Satchmo al posto di quella di Billie Holiday, le note potrebbero tranquillamente rimanere invariate.

Il tema del denaro è ricorrente nelle canzoni degli anni ’30, a seguito della grave crisi economica americana iniziata nel 1929. In Pennies From Heaven le gocce di pioggia si trasformano in monetine che i fortunati raccolgono rovesciando l’ombrello, invece di usarlo per difendersene.

Non è un testo particolarmente ispirato, ma l’idea di monete che cadono dal cielo doveva essere particolarmente consolatoria e gradita in un periodo di difficoltà come gli anni trenta. Questa immagine gioiosa e ottimista, dovette contribuire non poco al successo di Pennies From Heaven.

Arrivederci al prossimo lunedì!

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  • Maestro vedo che si intrattiene molto sul jazz degli anni 30. Mi piacerebbe però che lei affrontasse i contemporanei magari italiani

    • Caro Lucio, per quanto riguarda il jazz i miei gusti e le mie conoscenze sono in gran parte limitati al periodo anni ’30- anni ’50. Se però vuole suggerirmi un brano specifico per le mie “note di lunedì” sarò felice di prenderlo in considerazione. Mi scriva dalla pagina “contatti” la sua proposta. Cari saluti

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