[Note di lunedì n.87] A volte dopo un primo appuntamento romantico può accadere che uno solo tra i due si innamori perdutamente, non corrisposto. E’ quanto teme il protagonista di Ligia, che combatte contro l’amore una battaglia che non può vincere. Il brano viene qui interpretato da Joao Gilberto e Stan Getz.Continua a leggereStan Getz & Joao Gilberto, Ligia. Appuntamento a Ipanema
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Il sax è lo strumento principe del repertorio jazz. Ecco l’analisi di alcuni brani suonati dai più grandi sassofonisti jazz della storia.
[Note di lunedì n.65] Sonny Red è il nome d’arte di Sylvester Kyner, un sassofonista che ha avuto un riconoscimento piuttosto limitato pur avendo suonato con grandi musicisti quali Barry Harris, Donald Byrd, Curtis Fuller, Bobby Timmons. Jelly Roll è un suo brano che rende omaggio alla figura di Jelly Roll Morton.Continua a leggereSonny Red, Jelly Roll. Un blues per Jelly Roll Morton
[Note di lunedì n.56] Merceditas è tratto da Bolivia, uno dei migliori album di Gato Barbieri. Il brano fa ampio uso della scala pentatonica. La scala è utilizzata in diverse culture musicali, dall’Africa all’estremo oriente, fino alla musica popolare andina, che impiega strumenti intonati proprio sulla scala pentatonica.Continua a leggereGato Barbieri, Merceditas. La musica delle Ande incontra il jazz
[Note di lunedì n.55] Gerry Mulligan è stato l’inventore del gruppo jazz senza pianoforte. Rinunciando allo strumento armonico, il suo quartetto formato da due fiati, contrabbasso e batteria privilegiava la polifonia e la libertà dei solisti, creando così un sound nuovo e diverso. Analizziamo la sua esecuzione di Bernie’s Tune.Continua a leggereBernie’s Tune, Gerry Mulligan e il cool jazz
[Note di lunedì n.51] Tenor Madness è il più classico dei blues, quello che suonano i principianti nelle jam session. In questa esecuzione ascoltiamo uno stupefacente duetto tra Sonny Rollins e John Coltrane.Continua a leggereSonny Rollins e John Coltrane, Tenor Madness. Dialogo tra giganti
[Note di lunedì n.49] Take Five è uno dei pochi brani nel repertorio jazz ad avere l’inusuale tempo di 5/4, da cui il doppio senso del titolo che in inglese significa “prendersi cinque minuti di pausa” ma che allude anche alla scansione ritmica del pezzo.Continua a leggereDave Brubeck e Paul Desmond, Take Five. Un successo inatteso
[Note di lunedì n.47] Diciotto mesi dopo aver partecipato alla registrazione del celebre album Kind Of Blue, John Coltrane incide My Favorite Things e prosegue nella direzione di quel primo viaggio capitanato da Miles Davis: il jazz modale. A differenza di Davis, John Coltrane non compone brani originali ma interpreta e trasforma i cari vecchi…Continua a leggereMy Favorite Things, John Coltrane e i cari vecchi standards
[Note di lunedì n.37] Autumn Leaves è entrata nel repertorio jazzistico piuttosto tardi, la versione originale francese risale al 1946, mentre quella in inglese si affermò verso la metà degli anni ’50. Da questo punto di vista, Autumn Leaves è uno standard giovane, infatti la maggior parte del repertorio jazzistico risale come minimo agli anni…Continua a leggereCannonball Adderley, Autumn Leaves. Uno standard jazz “giovane”
[Note di lunedì n.35] The Man I Love è un grande classico del Jazz e della musica americana, una delle più belle canzoni d’amore composte da George Gershwin. Il testo della canzone racconta l’attesa dell’amore, la protagonista sogna ad occhi aperti l’arrivo dell’uomo che la renderà felice, suo amante predestinato. Analizziamo l’interpretazione di Lester Young.Continua a leggereLester Young Trio, The Man I Love
Dexter Gordon, Clubhouse
[Note di lunedì n.24] Dexter Gordon è stato una delle voci più originali del sax tenore, pur aderendo al movimento bebop il suo stile è molto personale. Dexter Gordon è stato anche un compositore originale, i suoi brani tuttavia non sono mai entrati nel repertorio degli standards eseguiti da altri jazzisti. Analizziamo il suo brano…Continua a leggereDexter Gordon, Clubhouse