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Armonia e Teoria musicale

La differenza tra suono e rumore

Qual è la differenza tra suono e rumore? Superficialmente, potremmo pensare che i suoni sono gradevoli, mentre i rumori sono fastidiosi. In realtà la differenza è molto precisa dal punto di vista scientifico, più che non da quello della musica. Andiamo dunque ad affrontare la differenza tra suono e rumore, da diversi punti di vista.

Suono e rumore sul dizionario, e per la scienza

Nel dizionario Treccani il suono è descritto in questo modo:

la causa delle sensazioni acustiche che trasmesse attraverso l’aria eccitano l’orecchio…

Questa è invece la definizione di rumore nel medesimo dizionario:

…si usa soprattutto per suoni soggettivamente giudicati non musicali o che comunque riescano sgradevoli, fastidiosi, molesti.

Quindi per il dizionario suono e rumore sono praticamente la stessa cosa, salvo che il secondo è tendenzialmente fastidioso. La differenza tra i due dipende dalla reazione che suscitano nell’ascoltatore.

La scienza ha una definizione decisamente più precisa: la fisica acustica precisa infatti che ciò che sembra caratterizzare il suono rispetto al rumore è la forma dell’onda sonora.

L’onda sonora può infatti essere regolare, ed in questo caso emette un suono intonato, oppure può essere irregolare ed emettere un suono non intonato, detto appunto rumore.

Suoni e rumori in musica: le qualità del suono

La musica si occupa principalmente dei suoni intonati, infatti la notazione musicale è pensata per trascrivere soltanto quelli. Un suono intonato possiede alcune qualità:

  1. Altezza. E’ quella che determina se un suono è grave o acuto, e se è una nota oppure un’altra, ad esempio un Sol o un Do. L’altezza dipende dal numero di oscillazioni al secondo. Maggiore è in numero di oscillazioni dell’onda sonora, più acuto sarà il suono prodotto.
  2. Intensità. L’intensità di un suono (anche chiamata volume) dipende dall’ampiezza della vibrazione. Tanto maggiore è l’ampiezza, tanto maggiore sarà l’aria che la vibrazione sposta. La vibrazione si trasmette al nostro orecchio tramite l’aria e ci fornisce la sensazione di intensità di un suono
  3. Timbro. Il timbro è la qualità più sfuggevole del suono, in quanto dipende da tante cose diverse. Prima tra tutte, il materiale del corpo che produce il suono. Anche il tocco di ciascun musicista sullo strumento contribuisce però a produrre un timbro diverso.

Anche il rumore può avere alcune caratteristiche che lo definiscano: può essere continuo o discontinuo, stazionario o fluttuante, aleatorio, impulsivo. Un sistema per la notazione del rumore tuttavia non esiste, quindi dal punto di vista della scrittura della musica tutti i suoni non intonati sono rumore.

Eppure in alcuni casi la musica utilizza anche strumenti che producono suoni non perfettamente intonati, è il caso di alcuni strumenti a percussione.

Si può fare musica anche con i rumori

Il sistema di scrittura e la tradizione musicale sembrano dare per scontata l’idea che il nostro orecchio trovi gradevoli i suoni (intonati) e tendenzialmente sgradevoli i rumori (non intonati). Se però butto le mani a caso sul pianoforte produrrò suoni intonati ma sgradevoli, mentre il rumore del mare sebbene non sia intonato è decisamente gradevole. Un caso a parte è costituito dal canto di molti uccelli, che solo a tratti è intonato. E’ un suono o un rumore?

Ho provato a cercare conforto nella poesia ma è meglio lasciar perdere: per Giacomo Leopardi sono piacevoli tutti i suoni, purché vaghi e lontani. Decisamente non ci è di aiuto.

Ma non è tutto: avete mai sentito parlare di rumore bianco? Il rumore bianco è un rumore al quale sembra impossibile attribuire un altezza precisa, e che ha tuttavia un’ampiezza costante. Si chiama così perché una radiazione dallo spettro simile, all’interno della banda della luce visibile, apparirebbe all’occhio umano come luce bianca.

La differenza tra suoni e rumori non ha dunque a che fare con quanto un suono sia gradevole o sgradevole, e neppure con l’uso che ne può fare la musica. Da molto tempo, i musicisti utilizzano anche suoni comuni, come accade ad esempio nell’album The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd.

L’unica differenza concreta tra suono è rumore è data dalla forma dell’onda: un onda regolare produce un suono, un onda irregolare produce un rumore. Entrambi possono essere tuttavia utilizzati per produrre musica, anche se siamo più abituati alla musica realizzata con suoni intonati. Per te che qual è la differenza tra suoni e rumori? Pensi che si possa fare musica anche con i rumori? Lascia un commento qua sotto, grazie!

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  • Continuo a pensare che la differenza dipenda, soggettivamente, dalla gradevolezza o meno dei suoni che colpiscono i nostri sensi (non solo le orecchie, ma anche la pancia, il petto,..) Per questo, soggettivamente, ritengo che ci sia musica sgradevole, cioè suoni intonati ma sgradevoli (suscitano la domanda “ma questa è musica?” – penso ad es. al death metal) e rumori gradevoli, come le fronde degli alberi mosse dal vento, le onde del mare, il battito della pioggia, …

    • Ciao Daniele, le cose davvero interessanti in musica sono proprio quelle soggettive. La fisica acustica interessa agli scienziati, ai musicisti interessano di più le sensazioni che i suoni ci fanno provare. Cari saluti, grazie del commento

  • Grazie per articolo interessante.
    Sono d’accordo, che la musica può essere prodotta anche con i rumori.
    Nel canto ne usano tanti nei diversi stili. Vocal fry e tanti altri suoni (con il ciclo dell’onda sonora irregolare) possono essere espressivi e poi fanno parte di certi stili musicali.

  • ciao Leo, io a riguardo resto sul fisico… per me sia un rumore che un suono possono essere gradevoli o sgradevoli, ma che li distingue è che il secondo è composto da un pacchetto di frequenze tra le quali la più bassa determina la nota fondamentale, le altre sono tutte multipli perfetti della prima (armoniche); tubi d’aria cilindrici e corde a sezione costante se perturbati emettono “suoni”. Anche una membrana o un piatto, se percossi potrebbero avere uno spettro di frequenze “concentrate”, cioè non distribuite in modo continuo su qualunque frequenza, però queste “righe” non stanno in multipli tra di loro. Così, magari, si dice che un tamburo lo si “accorda”, però è un’accordatura per modo di dire, magari il suo “rumore” ricorda una nota da lontano ma non lo è. Il mio accordatore (che è molto tecnico) mi diceva che le corde di pianoforte a volte, invecchiando, perdono quel requisito di perfetta cilindricità, magari perchè si ossidano: sulle prime potrebbero aggiungere un’imperfezione di suono molto “reale”, ma se va oltre un effetto quasi impercettibile è un problema…

  • Ottima sintesi! La storia della musica del Novecento è anche una storia del rumore, dagli esperimenti dei futuristi, a “Ionisation” di Edgar Varèse, che scrive il primo pezzo per soli strumenti a percussione, fino naturalmente a 4’33” di John Cage, che ammette all’interno di un brano musicale tutti i rumori possibili. E anche nel rock, l’introduzione dei rumori (ma anche suoni della natura) con i giustamente citati Pink Floyd, che a un certo punto volevano un disco suonato solo con gli strumenti che si trovano nelle case (pentole, etc.) e addirittura un genere musicale che si chiama “noise”. Dopo tutto questo siamo ancora in grado di dire cosa è suono e cosa è rumore in musica?

    • Ciao Leonardo, grazie per il commento. E’ decisamente più facile distinguere suoni e rumori dal punto di vista scientifico, che da quello estetico. C’è tanta bella musica che utilizza i rumori! Un saluto, a presto

  • Sarò categorico sull’argomento: per me il ” suono ” è una percezione ” gradevole ” che capta l’orecchio e che in alcuni casi dalla mente arriva giù-giù fino al cuore e diventa un accompagnamento piacevole e ricorrente nella vita. Il ” rumore ” è il suo alter ego
    ” sgradevole “, si percepisce ugualmente attraverso l’orecchio, ma una mente di alto livello cerca in tutti i modi di neutralizzarlo e di sopprimerlo, a tal punto da stopparne l’ascolto. In fine, anche se meno nota c’è una terza essenza da rilevare sull’argomento: ci sono ” suoni e rumori ” che nascono aleggiano e sgorgano da menti di soggetti chiamiamoli: ” creativi ” dove l’unica fonte è generata prorpio dal duetto mente-cuore e alora… voilà! Ecco che questi diventano opere d’arte, bellezza e mistero infinito, per la gioia di tutti noi. Ma per contro a tutto ciò di questo eterno mistero è da ascrivere come per tutte le vicende umane ad una ” questione mentale ” Questa è la mia personale definizione di ” Suono e Rumore “.Saluto il maestro Leo e tutti i suoi numerosi accoliti con un ciao in Do maggiore.

      • Grazie Leo, avrei preferito il mio 2° commento correzione del I° ma fa lo stesso, piuttosto il tuo lavoro unico sul web è a dir poco encomiabile e meritevole, quindi mi sono permesso di condividerlo su FCB in modo che altri appassionati e non di musica possano apprezzarne il valore sociale. Un caro saluto a te ciao a presto.

        • Gianfranco scusa, pensavo che per un problema di connessione il sito avesse pubblicato due volte lo stesso commento, non mi ero accorto della differenza. Grazie mille per la condivisione, sei stato molto gentile. Cari saluti, a presto

    • Ciao Elisabetta, grazie a te per la visita ed il saluto. Anche tu che studi musica da tanti anni forse ti puoi riconoscere un po’ in questa frase. Non è forse quello che succede? Ciao, a presto!

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