Queste riflessioni sono state suscitate dalla lettura del libro di Francesca Moresi L’arte di riscrivere la propria storia. Percorso di trasformazione e di autoguarigione. Francesca Moresi è psicoterapeuta, ed è anche una mia allieva di pianoforte. Leggere il suo libro è stato per me un grande piacere, ed anche un modo per riflettere su quanto la musica possa essere uno strumento per essere più felici.
Il libro propone dei percorsi di crescita individuale basati sull’esperienza dell’autrice, prima di tutto quella personale e in secondo luogo quella professionale. Francesca Moresi racconta il proprio percorso di psicoterapia, fondamentale per diventare poi a sua volta psicoterapeuta.
L’arte di riscrivere la propria storia è dunque un libro sincero, l’autrice non si nasconde dietro le sue competenze e i suoi studi ma ha il coraggio di iniziare parlando di sé.
E’ un libro leggero, sorridente, pieno di consigli pratici e arricchito da una serie di aforismi e citazioni illuminanti ed ironici. Ma la cosa che mi ha sorpreso, è che molti dei suoi buoni consigli sono davvero perfetti per chi studia musica!
Senza avere la pretesa di fare un’analisi esauriente del libro, ecco quali sono gli spunti che ho trovato particolarmente significativi, dal punto di vista di chi studia musica.
L’arte di riscrivere la propria storia… cominciando dalla musica!
Francesca Moresi a più riprese sottolinea quanto volersi bene e prendersi cura di sé sia un passaggio imprescindibile per essere amati e per amare. Se non siamo in grado di voler bene a noi stessi, come possiamo dare affetto agli altri, e riceverlo?
Allo stesso tempo, dedicare del tempo alle proprie passioni, come la musica, non toglie nulla a chi ci sta intorno. E’ vero il contrario, ciò che ci rende più sereni e realizzati, ci porta anche ad essere più positivi e comprensivi verso chi ci circonda.
Spesso non è facile ritagliarsi del tempo per la musica, per questo consiglio ai miei allievi più impegnati di programmare i momenti per studiare ad inizio settimana. Suonare soltanto quando abbiamo “del tempo libero” a volte significa non suonare affatto.
Ci sono un sacco di incombenze, piccole e grandi, che tendono a prendere il posto della musica, reclamando un’urgenza che in realtà non esiste. L’arte di riscrivere la propria storia si sofferma anche sulla nostra tendenza a vivere la vita come una serie di doveri, senza dare spazio a ciò che davvero desideriamo.
Se ami la musica e suonare ti fa star bene, dovresti metterla al posto giusto tra le tue priorità. E’ sicuramente un modo per prendersi cura di te, rilassarti, crescere e di conseguenza essere più felice.
Essere umili, ma senza porsi dei limiti
Studiare uno strumento musicale richiede grande umiltà. Per quanto ci sforziamo, abbiamo sempre la sensazione di essere all’inizio perché la musica è un continente immenso, del quale riusciamo e riusciremo ad esplorare solo una minima parte.
Accettare i propri limiti e vivere il piacere del viaggio, senza aspettative esagerate, è indispensabile anche per chi inizia a suonare da adulto, e non ha certo la prospettiva di diventare un concertista. Al tempo stesso, suonare uno strumento consolida la fiducia in noi stessi: quello che non ci riesce oggi, ci riuscirà tra poche settimane o pochi mesi, se avremo la capacità di impegnarci.
Anche da questo punto di vista, il libro di Francesca Moresi è particolarmente stimolante in quanto affronta dicotomie quali fallimento vs successo, esibizionismo vs umiltà, ricerca di perfezione vs accettazione di sé. Spunti utilissimi per chi suona uno strumento, ma anche per vivere meglio la vita nel suo insieme.
Essere umili non significa però porsi dei limiti: ho avuto allievi che hanno iniziato a suonare da adulti e in pochi anni hanno raggiunto dei risultati eccezionali. Bisogna godersi il cammino, senza obiettivi ma senza rinunciare in partenza. Se suoniamo con passione ed impegno, potremo sorprenderci della strada che riusciremo a fare.
Pazienza, autodisciplina, equilibrio
L’impazienza ha una componente frettolosa mista a un
senso di legittimazione, di sentirsi “in diritto di” avere ciò che
ci spetta subito. L’impazienza porta con sé un senso di irritazione,
una frustrazione.[…]
Spesso non siamo impazienti solo con gli altri ma anche con
noi stessi. Non ci concediamo abbastanza tempo e pretendiamo
di essere veloci […]
Questi passaggi tratti da L’arte di riscrivere la propria storia sono particolarmente significativi per chi studia musica. Se ci innervosiamo perché un certo passaggio o brano musicale non ci viene, lo rendiamo ancora più difficile e inarrivabile.

La musica richiede pazienza, ma anche autodisciplina ed equilibrio. L’autodisciplina è fondamentale per esercitarci in modo attento e consapevole, per non cadere nei soliti errori e per migliorarci anche dove siamo più deboli.
Lo studio della musica richiede equilibrio non solo tra le diverse abilità che dobbiamo migliorare, ma anche tra studio e divertimento. Studiare musica suscita allo stesso tempo gioia e frustrazione, piacere e fatica. Mettere insieme questi opposti è fondamentale, per trovare un equilibrio che ci faccia crescere e migliorare, ma che ci faccia anche stare bene.
Spesso ripeto ai miei allievi quanto sia importante studiare in modo equilibrato: coordinazione delle mani, musicalità, tecnica, lettura, conoscenza dell’armonia. Ognuno di noi ha i propri punti di forza, e tende a migliorare dove riesce meglio, evitando invece ciò che gli risulta meno facile.
No al multitasking… almeno mentre suoniamo!
Su questo tema, mi sento particolarmente debitore a L’arte di riscrivere la propria storia. Il libro mi ha fatto riflettere su quanto il celebrato “multitasking” del quale anch’io mi consideravo un valido interprete, non solo è di dubbia efficacia sul lavoro, ma è sicuramente un modo per peggiorare la nostra vita.
Stimolato e toccato nel vivo dalle riflessioni di Francesca Moresi, ho iniziato ad uscire di casa senza telefono, per dedicare l’inizio della giornata a poche semplici attività, svolte rigorosamente una per volta: portare mia figlia a scuola, fare colazione, passeggiare per qualche minuto.
Evitare di guardare l’agenda, mandare messaggi e rispondere dal telefono ad email alle quali posso rispondere in metà tempo dal PC una volta tornato a casa, non rende la mia giornata meno produttiva. Al contrario, la qualità delle mie giornate è migliorata immediatamente!

In realtà suonare il pianoforte è l’apoteosi del multitasking. Il pianista deve leggere due pentagrammi contemporaneamente, coordinare il movimento delle due mani. Allo stesso tempo, deve contare il tempo musicale, a mente o meglio ancora se a voce alta.
Mentre suoniamo dobbiamo prestare attenzione al nostro corpo, in particolare al rilassamento delle braccia e del polso. Infine, dobbiamo cantare con lo strumento e fare attenzione al tocco e alle dinamiche sulla tastiera.
Il multitasking del pianista è però rivolto tutto al medesimo obiettivo: suonare. Tutti i diversi compiti dovrebbero fondersi in modo naturale e produrre la musica che sentiamo risuonare dentro di noi.
La prova definitiva che suonare il pianoforte sia un’attività complessa già di per sé, risiede nell’impossibilità di suonare il piano e fare qualche altra cosa contemporaneamente. Quindi, almeno mentre suoniamo siamo costretti a concentrare tutte le nostre energie in quello che stiamo facendo!
Giungo quindi a questa conclusione: il multitasking del pianista è utile e salutare, mentre in molti altri ambiti della vita conviene forse riscoprire il piacere di fare le cose una per volta, con piena attenzione e concentrazione.
Conclusioni: riscrivere la propria storia, compresa la colonna sonora
L’arte di riscrivere la propria storia. Percorso di trasformazione e di autoguarigione di Francesca Moresi è un libro che tutti possono leggere. E’ semplice, diretto, racconta le esperienze dell’autrice senza diventare mai pesante o pretenzioso.
Riflettere su noi stessi è sempre una cosa utile, soprattutto se riusciamo a farlo con il sorriso, senza pressioni e con la dovuta dose di autoironia. Anche suonare è un modo per guardarci dentro, stare bene con noi stessi e con gli altri.
Ho sempre guardato con sospetto chi dichiara “la musica è tutta la mia vita”. La vita è una cosa troppo grande per limitarla alla musica. Al tempo stesso, la musica è una cosa troppo bella per farne a meno. Che tu sia musicista, dilettante o ascoltatore, spero che la musica possa essere la colonna sonora della tua vita, una vita il più possibile serena e felice.
Se vuoi maggiori informazioni su L’arte di riscrivere la propria storia. Percorso di trasformazione e di autoguarigione di Francesca Moresi, qua sotto trovi i link alla pagina di acquisto e alla newsletter dell’autrice.
Acquista il libro o segui il crowdfunding
La newsletter di Francesca Moresi (in lingua inglese)