[Note di lunedì n.51] Tenor Madness è il più classico dei blues, quello che suonano i principianti nelle jam session. In questa esecuzione ascoltiamo uno stupefacente duetto tra Sonny Rollins e John Coltrane.
Dopo l’esposizione del tema, John Coltrane parte subito fortissimo (0’17”) e alla fine del primo chorus sta già suonando fitte frasi di semicrome. Più che con le note o con idee melodiche, il sassofonista costruisce il suo discorso dosando una maggiore o minore densità, con fiammate improvvise.
Il secondo assolo è di Sonny Rollins (2’12”). La sua voce è scura, ben riconoscibile rispetto al suono più chiaro di Coltrane, inoltre la sua partenza è calma e ricca di pause. A differenza di Coltrane, Rollins non suona affatto frasi di semicrome, salvo che nell’ultima parte del suo assolo (4’18”):

Dopo questa frase veloce ci si aspetterebbe che Sonny Rollins proseguisse con l’assolo, invece il sassofonista si ferma. Red Garland è sorpreso ed esita, poi inizia il suo assolo proprio con una frase di semicrome( 4’23”) quasi a voler proseguire quello che Rollins aveva lasciato in sospeso.
Il pezzo raggiunge il suo culmine nel duetto tra i due sassofonisti (8’30”). I due tenoristi si alternano per ben 12 chorus, suonando quattro misure ciascuno.
Un dialogo davvero memorabile, i due sono abilissimi nel rispondersi, provocarsi, imitarsi. Duettano in modo irresistibile, come due giocatori di calcio si passano la palla ripetutamente, senza sbagliare mai. Due autentici campioni del sax tenore!
Arrivederci al prossimo lunedì!
Bravo pour le choix de TRANE et merci pour vos 3 articles
Grazie, ciao a presto
Solo oggi prendo visione del suo sito.Grandioso! Tantissimi complimenti, ben fatto assolutamente.Brano eccezionale, mitico john con altrettanti superstars.
Grazie Diego per la tua visita e per l’interesse. Ciao, a presto
Bellissima anche la dinamica di Red Garland, delicatissima nell’accompagnamento e delicata nel solo, come se il suo solo servisse a far riprendere fiato ai sassofonisti in un certo senso, e non per emergere nel “dialogo”