Che cos’è una scala musicale? Chi suona uno strumento è abituato a studiare le scale, tuttavia il concetto di scala ha implicazioni ben più vaste della sola tecnica. In questa lezione affrontiamo in generale le scale da cinque a otto suoni, in particolare la maggior, le scale minori e la scala pentatonica.
- Che cos'è una scala?
- La scala maggiore, il centro del sistema musicale occidentale
- Altre scale musicali di sette suoni: le scale minori
- Le scale modali
- Scala pentatonica e scala esatonale
- Scala esatonale
- Scala musicale di cinque suoni: la scala pentatonica
- Alcuni esempi sulla scala pentatonica
- Scala cromatica, scala diminuita, scala bebop, scala blues
- Approfondimento, come studiare la scala maggiore e le altre scale
- Alcuni esercizi sulla scala maggiore
- Conclusioni: conoscere le scale musicali per suonare meglio
Che cos’è una scala?
Iniziamo con una risposta sintetica: la scala musicale è una serie di suoni disposti in ordine ascendente o discendente, che suonano al nostro orecchio ordinati e logicamente collegati l’uno all’altro.
La prima scala che prendiamo in considerazione è la scala maggiore, che è la più importante perché è al centro del sistema musicale tonale, ovvero il modo in cui concepiamo la musica da almeno trecento anni
La scala maggiore, il centro del sistema musicale occidentale
La scala maggiore è alla base del sistema musicale tonale, è il punto di partenza dal quale derivano gli accordi e le progressioni armoniche più comuni, tanto nella musica classica quanto nel jazz. Dalla scala maggiore si ricavano inoltre alcune delle scale modali più utilizzate nella musica jazz e rock. Senza esagerare, possiamo affermare che sulla scala maggiore è stata concepita gran parte della musica degli ultimi tre secoli.
La scala maggiore è formata da una serie precisa di intervalli. Data una nota di partenza (detta Tonica) gli intervalli successivi sono: tono, tono, semitono, tono, tono, tono, semitono. Di conseguenza notiamo che gli intervalli di semitono si trovano in due sole posizioni: tra i gradi III e IV e tra i gradi VII ed VIII. Tutte gli altri gradi della scala distano tra loro un tono. La tastiera del pianoforte ci può aiutare a visualizzare la posizione di toni e semitoni sulla scala musicale.

L’intervallo di tono e di semitono
Il semitono è la distanza minima tra due suoni all’interno del sistema musicale temperato. Altre culture musicali usano infatti anche scale più complesse e formate da intervalli più piccoli.
Sul pianoforte, distano un semitono due tasti immediatamente adiacenti l’uno all’altro, e più precisamente:
- Un tasto bianco ed il tasto nero adiacente (C D♭ nell’esempio)
- Un tasto nero ed il tasto bianco adiacente (B♭ B♮ nell’esempio)
- Due tasti bianchi tra i quali non sia presente un tasto nero (E F nell’esempio)

Il tono è composto da due semitoni. Sul pianoforte, distano un tono:
- due tasti bianchi tra i quali sia presente un tasto nero (C D nell’esempio)
- due tasti neri tra i quali sia presente un tasto bianco (G♭ A♭ nell’esempio)
- Un tasto bianco ed un tasto nero tra i quali sia presente un altro tasto bianco (B C# nell’esempio). Questo accade tra le seguenti coppie: B C#, E♭ F, E F#, B♭ C

Andiamo adesso ad osservare come si scrive la scala di Do maggiore sul pentagramma:

Possiamo notare che la scala di Do maggiore scritta sul pentagramma non presenta alcuna alterazione: non utilizza nessun diesis o bemolle, e di conseguenza non usa alcun tasto nero sulla tastiera del piano.
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Approfondimento: la scala naturale
Sia wikipedia che l’enciclopedia della musica Garzanti identificano il concetto di scala con la scala maggiore, a conferma di quanto sia importante nel nostro sistema musicale.
Il termine “scala naturale” è insidioso, in quanto i suoni che sentiamo in natura spesso non sono intonati (sono dunque dei rumori) e comunque l’ascolto dei suoni è sempre condizionato dalle abitudini di chi ascolta.
Possiamo (forse) affermare che la scala maggiore è quella che più si avvicina alla scala naturale, in quanto è ricavata da un fenomeno acustico che già gli antichi greci avevano scoperto, quello dei suoni armonici.
Gli studiosi dibattono e sostengono tesi opposte sulla stessa esistenza di una scala naturale. In effetti, così come il concetto di luce e di colore è dipendente dal funzionamento dell’occhio umano, anche l’idea di suono e di scala sono legate alla nostra percezione.
Senza un orecchio umano che ascolta i suoni, in natura non esiste alcuna scala naturale, esattamente come non esiste la luce… se non esiste l’occhio.
Il jazzista e compositore George Russell ha un punto di vista ancora diverso. Nel suo Lydian Chromatic Concept presenta argomentazioni molto valide a sostegno di una tesi: la vera scala naturale sarebbe una scala con il Fa# al posto del Fa, nota come scala lidia.
Passiamo adesso ad analizzare altre scale musicali di sette suoni.
Altre scale musicali di sette suoni: le scale minori
La scala maggiore è composta da sette diversi suoni, molte delle scale più importanti rispettano questa stessa forma, ovvero sono scale di sette suoni. E’ poi consuetudine “chiudere” la scala ripetendo lo stesso suono iniziale, un’ottava sopra.
Andiamo adesso a vedere tre scale minori che derivano dalla scala maggiore: la scala minore naturale, la scala minore armonica e la scala minore melodica.
Scala minore naturale
La scala minore naturale si costruisce a partire dal VI grado della scala maggiore, ed usa le sue stesse note. Ad esempio, la scala di Do maggiore è formata da C D E F G A B C, la scala di La minore naturale è formata dalle stesse note, partendo però dal sesto grado della scala maggiore: A B C D E F G A.
Scala minore armonica
La scala minore armonica è ricavata dalla scala minore naturale e si ottiene alterando il settimo grado di un semitono ascendente. In pratica, mettiamo un diesis (#) sull’ultima nota della scala minore naturale, ed otteniamo una scala diversa che si chiama scala minore armonica.
Abbiamo già detto che la scala di La minore naturale è formata da A B C D E F G A, quella di La minore armonico è formata da A B C D E F G#.
Scala minore melodica
Infine, dalla scala minore armonica deriva la scala minore melodica, che aggiunge un diesis (#) anche sul sesto grado. La scala di La minore melodico è formata dunque da A B C D E F# G# A.
A seguire vediamo le tre scale minori di La scritte sul pentagramma

Le scale modali
Sempre dalla scala maggior, derivano anche le scale modali, che impiegano le stesse note della scala maggiore ma partendo da una nota ogni volta diversa. Vediamo qui le sette scale modali ricavate dalla scala maggiore di Do.

Il nome dei sette modi così ricavati è dunque: Ionico, Dorico, Frigio, Lidio, Misolidio, Eolio, Locrio. Per un approfondimento vedi la lezione su la differenza tra musica tonale e musica modale.
Con lo stesso procedimento che abbiamo usato sulla scala maggiore, possiamo ricavare sette diversi modi anche dalla scala minore armonica e dalla scala minore melodica. Esistono quindi numerose scale di sette suoni, in totale sono 21 se ci limitiamo a quelle ricavate dalla scala maggiore e dalle tre scale minori.
Tuttavia, esistono anche scale composte da un numero diverso di suoni. Andiamo adesso a scoprire le scale con meno di sette suoni, in particolare la scala esatonale e la scala pentatonica. Andiamo adesso ad analizzarle una per una.
Scala pentatonica e scala esatonale
Sebbene le scale di sette suoni siano la base del sistema musicale tonale, esistono scale con un numero inferiore o superiore di suoni. Ad esempio, la scala pentatonica è composta da solo cinque suoni, mentre la scala esatonale ne utilizza sei.

Scala esatonale
La scala esatonale è molto particolare, in quanto è formata sempre da intervalli di un tono. Questo particolare la rende diversa da tutte le altre scale fin qui menzionate perché utilizza intervalli tutti uguali (abbiamo detto intervalli di un tono) ed è quindi una scala simmetrica. Per questa sua caratteristica viene chiamata anche scala a toni interi.
Questa sua caratteristica è molto speciale, in quanto tutte le altre scale che abbiamo menzionato usano una diversa combinazione di intervalli di tono e di semitono, nessuna delle altre scale è dunque simmetrica, ma solo la scala esatonale lo è.
Se provi a suonarla sul pianoforte o su un altro strumento, sentirai che ha sonorità insolita, dissonante e interessante al tempo stesso. Nelle colonne sonore viene spesso utilizzata per comunicare un effetto di sorpresa, non è inusuale trovarla associata a un’incantesimo, magari nella sonorizzazione di un cartone animato.
Tuttavia la scala esatonale è stata utilizzata anche in modo più serio, per realizzare musica molto importante. E’ il caso del compositore francese Claude Debussy, maestro dell’impressionismo, ed anche del pianista jazz Thelonious Monk. Pur appartenendo a periodi storici e stili musicali assai diversi, sia Debussy che Monk hanno fatto della scala esatonale un segno distintivo del proprio stile.
Andiamo adesso ad approfondire l’altra scala musicale menzionata poco fa, quella di cinque suoni detta scala pentatonica.
Scala musicale di cinque suoni: la scala pentatonica
Mentre la scala diatonica maggiore è formata da sette suoni ed intervalli stretti (tono, semitono), la scala pentatonica è composta da cinque suoni e da intervalli ampi (un tono, un tono e mezzo), per questa ragione suona più aperta e consonante. A seguire le due versioni più diffuse di pentatonica:
Scala pentatonica maggiore

Scala pentatonica minore

Possiamo notare che la scala pentatonica maggiore corrisponde ad una scala maggiore priva del IV e VII grado, mentre la scala pentatonica minore corrisponde alla scala minore naturale priva del II e VI grado.
Vediamo adesso alcuni brani musicali che impiegano la scala pentatonica.
Alcuni esempi sulla scala pentatonica
La scala pentatonica è stata utilizzata in culture musicali molto diverse e lontane. Ascoltiamo un estratto dalla Suite Chui Si Diao, eseguita dal Traditional Music Ensemble of the Beijing National Music Academy diretto da Hu Zhihou. La suite risale al periodo della dinastia Ming (1368-1644).
Anche la musica africana fa un ampio uso della scala pentatonica. Ascoltiamo l’inizio di Ntsikana’s Bell, un pezzo tradizionale del Sud Africa eseguito dal duo Dollar Brand (piano, voce) e Johnny Dyani (basso, voce, bells).
La scala pentatonica si può ascoltare molto anche nel blues, nel jazz e nel rock, ed è certamente una delle scale più utilizzate in assoluto, specialmente per l’improvvisazione. Passiamo adesso ad analizzare alcune scale musicali composte da più di sette suoni.
Se vuoi approfondire l’improvvisazione jazz forse ti può interessare il Video corso di improvvisazione per tutti gli strumenti.
Scala cromatica, scala diminuita, scala bebop, scala blues

La scala cromatica è facile da individuare, visto che impiega tutti e dodici le note presenti nel sistema musicale temperato. Sulla tastiera del pianoforte ad esempio è sufficiente suonare tutti i tasti, bianchi e neri, in sequenza. La scala cromatica viene spesso utilizzata per creare dei passaggi melodici chiamati cromatismi.
Le altre scale sono più complesse e sono molto legate ad un repertorio specifico. Ci limitiamo qua ad alcune annotazioni:
- Le scale diminuite sono scale simmetriche perché sono composte da un pattern semitono/tono che si ripete uguale. Si usano in particolar modo nel repertorio jazz
- La scala bebop è stata introdotta nel repertorio jazz anni ’40, e da allora è diventata una delle scale impiegate per l’improvvisazione
- La scala blues ha origine ovviamente con il blues, ma è utilizzata anche nella musica jazz e rock
Per approfondire questi ed altri concetti, forse può interessarti il video corso di armonia funzionale. In particolare la terza parte del corso affronta in modo dettagliato le scale diminuita, alterata, esatonale e altre ancora.
Approfondimento, come studiare la scala maggiore e le altre scale
Chi suona uno strumento deve imparare le scale musicali un po’ alla volta, mentre studia la tecnica e l’armonia. Se non hai mai affrontato questo studio, fallo con ordine e metodo, fare una scorpacciata di scale tutte insieme non servirà a niente.
Ecco alcuni consigli per lo studio delle scale
- Studia le scale musicali lentamente. Cerca di memorizzare le note e le diteggiature, non pensare alla velocità ma alla qualità del suono
- Studia ogni scala musicale in tutte le dodici tonalità
- Procedi con ordine: impara la scala maggiore, poi le scale minori, successivamente le scale modali. Le altre scale verranno dopo.
- Cerca di riconoscere le scale musicali che stai studiando all’interno di brani. Specialmente per le scale meno usuali (diminuita, esatonale ecc.) è essenziale avere dei riferimenti ricavati da brani autentici
- Una volta che le hai imparate, utilizza le scale musicali nei tuoi esercizi quotidiani di riscaldamento, così non le dimenticherai. Naturalmente, cerca di suonarle sempre a memoria, e non leggendole sullo spartito
Alcuni esercizi sulla scala maggiore
Ecco alcuni esercizi per imparare a suonare le scale. Questi esercizi sono costruiti sulla scala maggiore, ma puoi applicarli anche a tutte le altre scale.
Esercizio 1
Suona le prime cinque note della scala come nell’esempio a seguire. Esegui l’esercizio in tutte le tonalità seguendo il circolo delle quinte discendenti (ovvero in questo ordine: C, F, B♭, E♭, A♭, D♭, G♭, B, E, A, D, G).

Esercizio 2
Suona la scala ascendente come nell’esempio a seguire. Esegui l’esercizio in tutte le tonalità seguendo il circolo delle quinte discendenti (C, F, B♭, E♭, A♭, D♭, G♭, B, E, A, D, G).

Esercizio 3
Suona la scala discendente come nell’esempio a seguire. Esegui l’esercizio in tutte le tonalità seguendo il circolo delle quinte discendenti (C, F, B♭, E♭, A♭, D♭, G♭, B, E, A, D, G).

Esercizio 4
Questo esercizio serve per prendere maggiore confidenza con le note della scala anche quando non sono disposte una dopo l’altra (cioè per grado congiunto). Suona la scala ascendente per terze spezzate, come nell’esempio. Come al solito, esegui l’esercizio in tutte e dodici le tonalità.

Esercizio 5
Suona adesso la scala discendente per terze spezzate, come nell’esempio e in tutte e dodici le tonalità.

Conclusioni: conoscere le scale musicali per suonare meglio
Dominare le scale da un punto di vista tecnico fa parte delle abilità elementari di chi suona uno strumento musicale. Se ancora non lo hai fatto, prima o poi dovrai imparare a suonare tutte le scale più comuni, in tutte le tonalità. Per chi suona jazz le scale musicali sono ancora più importanti, in quanto elemento essenziale per l’improvvisazione.
In questa lezione ho provato a spiegare cosa sono le scale musicali, e come studiarle. Se vuoi ulteriori informazioni ed esercizi ti invito a prendere in considerazione il corso di armonia ed il corso di improvvisazione disponibili su questo sito. Se invece hai domande o aggiunte da fare a questa lezione, ti prego di scriverle nei commenti qua sotto. Grazie e buon lavoro!
Ciao Prof….magistrale come sempre. Lezione chiara ed esauriente. Comprensibile fin nei minimi particolari. Chiaramente per mettere in pratica tutti questi concetti bisogna lavorarci sopra…tanto…tanto. Un saluto affettuoso. Roberto
Grazie Roberto, è sempre un grande piacere ricevere un tuo saluto. A presto
Maestro buongiorno, ho letto on piacere ed interesse l’articolo ed avrei una domanda anche se forse un po’ fuori contesto, infatti riguarda più la lettura dei pentagrammi ,cosa che inizio a fare almeno per quanto riguarda le melodie. Domanda:ma per leggere le melodie o le frasi è più semplice,veloce ed utile ragionare e leggere partendo mentalmente dalla chiave e quindi trovare intervalli anche lontani dalla tonica oppure ragionare ,per così dire ,a partire dalla nota precedente e cercare la successiva cioè ad esempio riga su riga ovvero 3a,con conoscenza ovviamente della scala; oppure riga su riga con salto di 1 riga :salto di 5a;cosa che mi sembra obbiettivamente più semplice anche se perdo un po’ di vista le 3aminori ripetto alla maggiori eccetera. Mi scusi la confusione ma non so spiegarmi meglio.
Grazie Aldo
Caro Aldo, la sua domanda è chiara. Imparare a leggere la musica significa utilizzare entrambi i sistemi. Il primo serve per decifrare note singole, isolate sul pentagramma. In tal caso, sapere dove stanno tutte le note è indispensabile. Il secondo sistema si basa più sulle distanze relative tra i suoni. Entrambi i meccanismi si sviluppano abbastanza automaticamente, con l’esperienza e con un buon metodo di solfeggio. Volendo, anche con quello che ho scritto io e che trovi tra i corsi sul sito… cari saluti, a presto
Lezione molto chiara, avrei una domanda: perchè nella
improvvisazione jazz si usano le scale modali ?
Ciao Salvatore, il jazz ha le scale modali sia nelle sue origini (la scala blues, la scala pentatonica) che nella sue espressioni più moderne (jazz modale).
Quindi le scale modali si usano perché fanno parte del linguaggio e della tradizione. Il jazz ha sempre avuto questa ambivalenza tra lìimprovvisazione tonale, cioè basata sugli accordi e sulla tonalità, e quella modale basata su scale modali o di altro tipo (diminuite, esatonali ecc.)
Risposta semplice alla tua domanda: nell’ìimprovvisazione jazz si usano le scale modali perché sono una risorsa relativamente semplice da usare, sono varie ed interessanti. Anche divertenti da usare, quando uno ha imparato a farlo!
Ciao a presto
Forse sarebbe utile sapere da dove derivano le due scale diminuite
Ciao Oscar. Le scale diminuite derivano dall’accordo diminuito (dim7), che a sua volta deriva dal VII della scala minore armonica.
La scala minore armonica deriva dalla scala minore naturale, che a sua volta deriva dalla scala maggiore (VI) grado.
Lo studio dell’armonia funzionale è tutto così: da una scala deriva un’altra scala, o un accordo. Da questo accordo si ricavano poi altre scale… Il procedimento non è troppo complicato, ma bisogna ricordare bene tutti i passaggi.
Grazie per la domanda che certamente sarà utile a molti utenti del sito. Ciao a presto