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Renzo Parodi, Luigi Tenco

Luigi Tenco, canterò finché avrò qualcosa da dire

La biografia di Luigi Tenco scritta dal giornalista genovese Renzo Parodi

E’ difficile interpretare la vicenda umana ed artistica di Luigi Tenco senza partire dalla sua tragica fine durante il Festival di Sanremo 1967. Il giornalista Renzo Parodi ci prova in modo onesto e volenteroso, ma il peso della morte di Tenco è troppo grande e fatalmente pervade gran parte del libro.

Sembra quasi che Renzo Parodi dopo tanti anni ancora non riesca a rassegnarsi alla scomparsa di un artista che rappresenta un caso unico nella musica italiana: un musicista autentico e talentuoso, sassofonista, pianista e cantante, che ha composto musica pregevolissima ed al tempo stesso testi poetici di bellezza impareggiabile. E’ infatti difficile per chiunque ami la musica rassegnarsi alla scomparsa prematura di Luigi Tenco e non pensare a tutta la musica che ci avrebbe potuto ancora regalare.

Le musiche composte da Tenco traggono ispirazione nella canzone francese e nel repertorio americano ed i suoi brani sono ricchi da un punto di vista sia armonico che melodico, a volte imprevedibili nella forma. I testi sono sintetici eppure carichi di significato, spesso provocatori nei temi affrontati e comunque straordinari per la modernità del linguaggio. Tenco sembra quasi ispirarsi al suo conterraneo Cesare Pavese nei contenuti e nella lingua e raggiunge come paroliere risultati eccelsi, al punto da poter criticare e guardare con sufficienza l’opera del celebre paroliere Mogol.

Come spesso accade per i biografi, Renzo Parodi è innamorato del suo soggetto e cerca di consegnarcelo nella sua interezza di straordinario artista e di fragile uomo. Al tempo stesso questo libro ci racconta la città di Genova ed i molti musicisti, quasi coetanei, che tanto hanno dato alla musica italiana: De Andrè, Bindi, Reverberi, Lauzi, Paoli.

É molto affascinante anche il racconto dell’ambiente musicale milanese, dove le case discografiche lavoravano in modo molto più artigianale di quanto non accada oggi, cercando e privilegiando il talento degli artisti ed ancora poco contaminate dall’industria massificata dell’intrattenimento. La parziale ingenuità dell’ambiente musicale era in fondo parte dell’ingenuità della società italiana, in un periodo comunque fertile per le arti e dal quale sono infatti usciti numerosi capolavori della musica e del Cinema.

Un ultimo merito di questo libro: impossibile non avvertire urgente la curiosità di ascoltare la musica di Luigi Tenco, tutta quanta. Curiosità che non sarà delusa, perché oltre ai suoi classici come Mi sono innamorato di te e Un giorno dopo l’altro, sono numerosi e bellissimi i brani Luigi Tenco ci ha lasciato, un eredità di valore inestimabile per la canzone italiana.


Parodi, Renzo. Luigi Tenco canterò finchè avrò qualcosa da dire, Sperling & Kupfer, Milano 2007

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