[Note di lunedì n.4] Louis Armstrong è uno dei personaggi più carismatici della storia del jazz. Di origine umilissima, sopravvissuto ad un’infanzia piena di pericoli, sembra quasi che sulla sua spalla vivesse un angelo protettore e che nulla potesse turbare il suo straordinario ottimismo. Ascoltiamo e analizziamo la sua interpretazione di West End Blues.
Louis Armstrong fu un grande innovatore in almeno tre campi: la tecnica strumentale, suonando sulla tromba ad una velocità e in un registro sconosciuti prima di lui; il canto jazz, in quanto fu lui ad inventare lo scat e a dimostrare che si può cantare jazz con qualunque timbro vocale; infine fu un grande intrattenitore, consapevole che sul palco tutto fa parte dello show, anche le presentazioni, i silenzi, gli sguardi.
In West End Blues si può apprezzare tutto il suo talento e misurare la differenza abissale che lo separa dai suoi contemporanei. Il pezzo inizia con una brillante introduzione, nella quale Louis raggiunge la nota più acuta con volate di terzine, per poi ritornare verso il registro grave per mezzo di frasi blues e passaggi cromatici.
La tromba espone il tema una prima volta (0’15”), la parola passa poi al trombone (0’50”) il cui fraseggio appare incerto e quasi goffo, se paragonato alle frasi di Louis.
Il tema viene poi esposto dal clarinetto (1’24”) e possiamo ascoltare Armstrong in veste di cantante. Sebbene la voce sia solo di contrappunto alle frasi del clarinetto, questo viene del tutto eclissato dalle improvvisazioni vocali.
Il brano prosegue con l’intervento del pianoforte (2’00’) suonato da un giovane Earl Hines, l’unico a non sfigurare di fronte alla maestria di Louis Armstrong. A seguire la ripresa della tromba (2’33”) che ci stupisce con una nota tenuta per ben quattro battute, creando magistralmente una tensione che si scioglie in una serie di volate discendenti, dal forte sapore blues.
Questa registrazione è del 1928, Louis Armstrong incise un numero limitato di brani con le sue formazioni “Hot Five” e “Hot Seven” ma segnò una nuova strada per il jazz, superando in modo definitivo la vecchia concezione polifonica in stile New Orleans ed aprendo la via alla stagione dei grandi solisti.
Arrivederci al prossimo lunedì!