Il racconto degli anni giovanili di Louis Armstrong
Il libro racconta infanzia e giovinezza di Louis Armstrong, ma soprattutto racconta quella New Orleans nella quale è nato il Jazz. Una città violenta, pericolosa, dove si lotta per sopravvivere tra risse, malattie, incidenti sul lavoro. Eppure una città in fermento, un grande cantiere nel quale c’è sempre un mattone a portata di mano, quando due persone litigano e non hanno a disposizione un coltello o una pistola. Una città dove la musica anima tutti gli aspetti della vita: parate e funerali, feste all’aperto, balli, incontri di box, cabaret, battelli, locali notturni e bordelli. Persino le strade sono teatro di musica, le band si sfidano su carri ambulanti, cercando di portare clienti nei locali dove si esibiranno.
Louis Armstrong è affidato di volta in volta a chi può permettersi di sfamarlo: la nonna, la madre, il padre, ancora la madre; ed i numerosi patrigni, che cambiano di continuo. Oltre a cantare e suonare, all’inizio raccogliendo mance in strada e poi conquistando i locali di New Orleans e delle città vicine, Louis è occupato in una serie incredibile di lavori umili: vendere giornali, portare il carretto del carbone, trasporto del latte, lavapiatti, scaricatore di banane, straccivendolo, operaio edile, imbianchino, demolitore, fattorino, protettore di una prostituta. Nei momenti più duri Louis e la sua famiglia sopravvivono riciclando cibo semi avariato recuperato dalla spazzatura.
Il racconto è sincero e senza pretese, Louis racconta con la stessa ingenuità dei suoi giochi infantili, delle discriminazioni razziali, di abusi e violenze, della solidarietà tra gli abitanti del suo quartiere; di quando sua madre fa con lui il giro dei locali notturni per insegnargli a reggere l’alcool.
Se il lettore si aspetta di poter ricostruire con precisione come si è andato formando il linguaggio rivoluzionario di uno dei padri della musica Jazz, sarà di certo deluso da questa autobiografia. Ma il racconto storico ed umano, lezione di vita prima che musicale, è forse ancora più prezioso. Imprigionato per due volte, colpito in testa da un mattone, ferito sotto un carro, accoltellato da una fidanzata, Louis mantiene uno sguardo ottimista e gioioso sulla vita, espresso con chiarezza da questa sua affermazione:
“E’ stano come la vita possa essere un minuto tremenda e il minuto dopo fantastica”
Chissà che questo suo pensiero non ci aiuti a comprendere meglio la musica di Louis Armstrong.
Armstrong Louis, Satchmo, la mia vita a New Orleans, Roma, 2004, minimum fax