[Note di lunedì n.40] La partecipazione di Jimi Hendrix al festival di Monterey del 1967 è entrata nella leggenda. Mentre suona Hey Joe, il chitarrista ha con il suo strumento un rapporto fisico, quasi carnale, suona con la chitarra dietro la nuca e persino con i denti.
La performance si concluse in modo ancor piĂ¹ sorprendente: Jimi Hendrix distrusse la sua chitarra dopo averla incendiata. Tutto questo oggi puĂ² far sorridere, ormai siamo abituati ad un mondo dello spettacolo nel quale accade di tutto. All’epoca la provocazione di Jimi Hendrix era sicuramente piĂ¹ originale.
Jimi Hendrix era un virtuoso della chitarra ed un animale da palcoscenico che sapeva come dare spettacolo ed esaltare il suo pubblico. Malgrado in questa esibizione l’aspetto spettacolare sia assolutamente protagonista, possiamo tuttavia apprezzare le grandi qualitĂ del chitarrista e della sua band.
Nella prima parte del brano il gruppo ha una sonoritĂ potente ma conserva un margine sufficiente per poter crescere ancora. La canzone è basata praticamente su un‘unica frase musicale, e farne un pezzo di oltre tre minuti non è cosa da poco.
Il trio esegue un crescendo intorno al minuto 0’50”, quando i fill del batterista Mitch Mitchell si fanno piĂ¹ lunghi e fitti, salendo gradualmente di intensitĂ fino all’assolo di chitarra (1’33”).
Anche durante la ripresa del canto (2’17”) la batteria continua ad improvvisare diventando praticamente lo strumento solista principale, almeno fino a quando Jimi Hendrix non decide di mettersi la chitarra dietro la nuca per dare spettacolo un altro po’.
Questa performance è carica di adrenalina, in Jimi Hendrix la musica era anche occasione per dare spettacolo, specialmente dal vivo. Nei pochi album registrati in studio si possono apprezzare meglio la sua ricerca timbrica, le ampie pause, il dialogo costante tra voce e chitarra. Per queste ragioni, il suo trio The Jimi Hendrix Experience è stato un punto di riferimento imprescindibile per tutta la storia del rock.
Arrivederci al prossimo lunedì!