Parte 7, il cool jazz

Quella del “cool jazz” è un’etichetta che gli stessi protagonisti hanno spesso rifiutato. I confini sono difficili da tracciare, però possiamo riconoscere a questa corrente alcune caratteristiche: il cool jazz è meno indiavolato del bebop, ricerca una classicità ed un’essenzialità che il bebop del primo periodo non aveva.
Abbiamo collocato in questo ambito musicisti che effettivamente hanno contribuito a questo nuovo suono, come Gerry Mulligan e GIl Evans, ma anche musicisti che con il cool jazz condividono un atteggiamento sofisticato, di ricerca, o comunque più moderno rispetto al jazz anni ’40. Ecco dunque la lista dei brani che abbiamo collocato nella sezione Cool Jazz:
- John Lewis, Django (1953)
- Chet Baker, Easy To Love (1953)
- Lennie Tristano, Line Up (1955)
- Jay Jay Johnson, Solar (1956)
- Miles Davis, Boplicity (1957)
- Art Pepper, Straight Life (1957)
- Dave Brubeck, Take Five (1961)
- Bill Evans, Waltz For Debby (1961)
- Stan Getz, A Nightingale Sang In Berkeley Square (1961)
- Gerry Mulligan, Line For Lions (1964)
- Paul Desmond, A Taste Of Honey (1965)
Approfondimenti
- Chet Baker, Little Girl Blue
- Modern Jazz Quartet, Milano
- Jay Jay Johnson, Lover Man
- Warne Marsh, All The Things You Are
- Art Pepper, Lost Life
- Stan Getz, Ligia
- Gerry Mulligan, Bernie’s Tune
- Paul Desmond, Wendy
Fantastico lavoro, grazie!
Grazie Elena
Bravissimo!!! Sempre al top!!!
Un abbraccio Leo!!
Grazie mille! Ciao a presto
Molto interessante. Vi sono tantissimi spunti per ascolti e approfondimenti. Mi permetto di inserire un nome tra le voci maschili che, a mio avviso, merita di stare in un ipotetico pantheon del canto jazz: Mark Murphy (1932-2015).
Ciao Roberto, grazie mille del suggerimento. Approfondirò la conoscenza di Murphy, seguendo il tuo consiglio. A presto
Un articolo molto interessante, anche per la selezione dei brani che aiuta a scoprirne alcuni, nel mio caso, non conosciuti ma significativi. E’ anche una piccola raccolta che è bello conservare nel tempo.
Grazie
Grazie per la visita e per il commento. Spero di scegliere bene, ma 100 sono sempre troppo pochi.
Certo l’epoca d’oro delle Big Band però ce ne sono state di grandi anche dopo come quella di Mel Lewis ora Vanguard Jazz Orchestra.
Grazie Lorenzo, un bel consiglio di ascolto, per me e per gli altri lettori del blog. A presto
Bellisima trattazione, aspettiamo la terza parte!