[Note di Lunedì n.170] In the Wee Small Hours è un album di Frank Sinatra del 1955, con arrangiamenti di Nelson Riddle. Questo lavoro anticipa i concept album degli anni ‘60 e ‘70, non è infatti una semplice raccolta di canzoni, ma un opera coerente e ben strutturata, che affronta tematiche quali la fine di un amore, la solitudine, l’estraniamento.
Che cos’è un concept album
Negli anni ‘50 non esisteva ancora l’idea dell’album musicale come opera compiuta e coerente. Infatti fino alla fine degli anni ‘40 la musica veniva incisa nei dischi a 78 giri che avevano una durata assai limitata, circa 3 minuti per lato.
L’introduzione dei “long playing” avvenne all’inizio sfruttata solo per la loro maggiore durata, che consentiva di inserire una serie di canzoni all’interno dello stesso disco. L’album In the Wee Small Hours fu uno dei primi a proporre un percorso concettuale compiuto e coerente, dove ogni canzone contribuisce a portare avanti il discorso d’assieme.
Negli anni ‘60 e ‘70 moltissimi dischi avevano questa ambizione, alcuni famosi concept album sono Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles (1967), In the Court of the Crimson King dei King Crimson (1969), The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd (1973).
Il tema principale di In the Wee Small Hours è la fine di un amore. La registrazione dell’album seguì la rottura della relazione tra Frank Sinatra ed Ava Gardner, c’è dunque una stretta relazione tra le vicende biografiche del cantante e la sua scelta di interpretare un album di questo tipo.
In the Wee Small Hours, un concept album su abbandono, solitudine ed estraniamento
Oltre al motivo principale, nel corso dell’album ci sono altri temi ricorrenti: la notte, il sogno ad occhi aperti, la primavera intesa come stagione degli amori e dunque fonte di dolore e rimpianto. Ho provato a seguire il filo conduttore che lega una canzone alla successiva, ecco il viaggio musicale e sentimentale di In the Wee Small Hours.
In the Wee Small Hours of the Morning
Brano di apertura dell’album, il protagonista è steso a letto nelle prime ore del mattino, e non riesce a dormire. Se solo lei chiamasse, lui si darebbe alla sua amata senza remore, senza esitazioni. Il breve testo della canzone lascia intendere che in passato lui si sia comportato in modo diverso, essendo stato forse incapace di vivere il loro amore, e dunque responsabile per l’abbandono. Il tema principale della canzone è il rimpianto.
Mood Indigo
Il pezzo è un classico di Duke Ellington, il disco contiene infatti brani dei più grandi autori della canzone americana, quasi a voler rendere loro omaggio. Il testo di questa canzone ha un forte carattere blues, parla di abbandono e solitudine, ma con una certa leggerezza.
Il blues è sempre un po’ ironico ed ambivalente, nel contesto di questo album la canzone sembra voler esprimere quel momento di sospensione che c’è quando finisce un amore, ma il dolore ancora non si è manifestato in tutta la sua lancinante potenza.
Glad to Be Unhappy
Deliziosa canzone del duo Rodgers & Hart, celeberrima coppia della canzone americana. Il brano esprime il narcisismo dell’abbandono, una forma di malinconia che non raggiunge la profondità della disperazione, ma è quasi consolatoria.
Glad to Be Unhappy si collega dunque perfettamente con il quasi-blues Mood Indigo che la precede, e fa pensare che il protagonista di questa storia d’amore non abbia ancora subito il colpo dell’abbandono, o ne stia sottovalutando la portata.
I Get Along Without You Very Well
Composizione di un altro grande compositore, Hoagy Carmichael, e quarta composizione dell’album. In questo brano cominciamo a sentire una struggente tristezza. Il tema del brano è la negazione, il protagonista parla idealmente all’amata e le dice che sta molto bene anche senza di lei, una menzogna volta ad ingannare sé stesso, in primo luogo.
Deep In A Dream
Una canzone di Jimmy Van Heusen, autore di alcune tra le più belle ballads del repertorio americano. In questo brano viene introdotto il tema del sogno ad occhi aperti, che in questo caso porta al sonno vero e proprio. L’oggetto del sogno è ovviamente l’amata, la cui assenza comincia a farsi dolorosa, più della fiamma di sigaretta con cui il nostro malcapitato si brucia, svegliandosi bruscamente.
I See Your Face Before Me
Questo brano si ricollega al precedente e prosegue sul tema del sogno, che sta però diventando una vera e propria ossessione. Non importa se gli occhi del nostro innamorato sono aperti o chiusi, la faccia dell’amata è sempre lì davanti a lui, a perseguitarlo.
Can’t We Be Friends?
Questo pezzo alleggerisce un po’ la tensione che andava crescendo nei due brani precedenti, il testo è infatti più ironico e la musica riprende una certa vena blues, sebbene delicata.
E’ una tipica canzone da bar, una di quelle in cui il protagonista racconta la propria triste storia, magari ad un annoiato barman. Il tema della canzone “possiamo essere amici” non è insolito, è lo stesso di Just Friends, brano spesso interpretato da Chet Baker.
When Your Lover Has Gone
Questa struggente ballad inizia a preparare il climax dell’intero album. Il tema della canzone è una profonda delusione, per tutti i programmi e i sogni fatti all’inizio della storia d’amore e rivelatisi poi del tutto infondati. Adesso nulla ha più importanza, non solo gli ingenui piani fatti in passato, ma anche le stelle, la luna, le albe e i tramonti hanno perso tutto il loro significato.
Il testo della canzone ripete spesso “When you are alone” (quando sei solo), e la solitudine comincia a farsi sentire, dolorosissima. Così si chiude la prima facciata del LP In the Wee Small Hours.

What Is This Thing Called Love?
Il lato B del disco si apre con un brano di Cole Porter, un altro grandissimo autore del repertorio americano, che tra l’altro curava sia le musiche che i testi delle proprie canzoni, cosa abbastanza insolita.
Il brano è un’invettiva, l’autore si domanda che cosa sia questa strana cosa chiamata amore e perché si prenda gioco di lui. Sebbene il testo della canzone non sia particolarmente drammatico, Frank Sinatra è capace di esprimere una grande malinconia, preparando il punto di maggior tensione dell’intero album, nella canzone successiva.
Last Night When We Were Young
Canzone di Harold Arlen, grandissimo autore noto in particolare per la colonna sonora de ll mago di Oz. In questo pezzo possiamo sentire la profonda disperazione che ormai pervade il protagonista di questa storia.
La fine dell’amore si è portata via l’intera vita, sembra passata un’eternità, anche se forse tutto è accaduto solo ieri sera. La canzone è ambivalente, esprime anche la presa di coscienza del passare del tempo, inesorabile. Questo aggiunge ulteriore tensione e dolore, lasciando intendere che la vita è ormai finita, resta da vivere solo un triste inverno.
I’ll Be Around
Dopo aver toccato il fondo della disperazione, con questa canzone inizia una timida risalita. La canzone esprime infatti la speranza. Il protagonista si rivolge alla sua amata, e le dice che per quanto lei possa maltrattarlo ed innamorarsi di altri uomini, lui l’aspetterà e sarà pronto ad accoglierla, quando verrà il momento giusto.
Ill Wind
Ancora una canzone di Harold Arlen, è il secondo brano che esprime la volontà di risollevarsi. Il protagonista si rivolge al “vento malvagio” che lo affligge, e lo esorta ad andarsene. La canzone esprime dunque una sorta di ribellione contro il dolore, un desiderio di non darsi per vinto e di tornare alla vita.
It Never Entered My Mind
Nel percorso di risalita verso la vita, il protagonista ricorda le critiche che l’amata gli rivolgeva e rimpiange di non averla ascoltata. Questa canzone esprime dunque un momento di presa di coscienza, ed anche il rimpianto per gli errori fatti. La canzone esprime tuttavia un certo ottimismo, imparare dai propri errori e fare i conti con il passato è infatti un momento indispensabile, in qualunque percorso di crescita.
Dancing On The Ceiling
In questa canzone ritorna il tema della fantasticheria, nei sogni ad occhi aperti del nostro innamorato, la sua bella torna ogni sera, danzando sul soffitto sopra il suo letto. Evidentemente l’amata non è tornata, ma il dolore è in parte sopito e rimane invece la gioia del ricordo. Malgrado il dolore provato, sembra quasi che amare, anche se non ricambiato, sia sufficiente a dare un senso alla vita.
I’ll Never Be The Same
Penultima canzone dell’album, questa canzone precede il commiato finale. E’ tornata la temuta primavera, gli uccelli cantano di nuovo, ma il protagonista ci confida che non potrà mai tornare ad essere quello di prima perché il suo cuore è ancora pieno di dolore.
E’ tornato alla vita, ha imparato a nascondere le sue pene dietro un sorriso, ma è solo un’apparenza. Il tema di questa canzone è dunque una struggente malinconia.
This Love Of Mine
La canzone conclusiva di In the Wee Small Hours è firmata dallo stesso Frank Sinatra, che ne ha composto le parole. Il protagonista si rivolge un’ultima volta all’amata, con una tenera confessione.
Il suo cuore ha imparato ad andare avanti, ma la vita senza di lei è vuota e insignificante. Il suo cuore piange ogni notte, sempre sul punto di rompersi, ma il suo amore per lei è destinato a continuare nel tempo. La canzone si conclude infatti ribadendo “this love of mine goes on and on” (questo mio amore va avanti, e continua).

La musica di In the Wee Small Hours
In the Wee Small Hours fu realizzato con i superbi arrangiamenti di Nelson Riddle, uno dei principali collaboratori di Frank Sinatra negli album pubblicati con l’etichetta discografica Columbia. La scrittura di Nelson Riddle per questo album si basa principalmente sull’orchestra, con gli archi sempre presenti, ad avvolgere il caldo timbro di baritono di Frank Sinatra.
L’orchestra è cucita intorno al solista, l’album è del tutto privo di improvvisazione e di parti in stile big band. Gli strumenti sono sempre subordinati alla voce, e questo contribuisce a tenere la storia sempre al centro.
L’eccezionale bravura dei musicisti dell’orchestra e del direttore Nelson Riddle è particolarmente evidente nei numerosi passaggi che Frank Sinatra esegue liberamente, senza tempo. Per un cantante è normale eseguire senza tempo il verse degli standard americani, ovvero la parte introduttiva che precede normalmente il chorus, o ritornello.
Tuttavia, queste parti sono spesso eseguite solo con l’accompagnamento del pianoforte. Tocca dunque al pianista ascoltare il cantante e seguirlo, nelle sue pause e nei suoi rubato. Realizzare con un’intera orchestra questo dialogo è qualcosa di davvero straordinario e difficilissimo.
L’orchestra di Nelson Riddle, sotto la sua magistrale direzione, esegue questi passaggi con estrema naturalezza, creando per la sua voce un accompagnamento sontuoso, mai invadente. La bellezza di questa cornice esalta la profondità del canto, Sinatra si immedesima in ogni canzone, e ci trascina dentro la storia.
In the Wee Small Hours è un album triste, perché parla di amore finito, solitudine, estraniamento, dolore. Eppure, la bellezza di questa musica è tale per cui è impossibile esserne rattristati, per cui il disco ha un effetto consolatorio, e a tratti quasi esaltante.
In the Wee Small Hours è un capolavoro che riesce in qualcosa di straordinario: trasformare la tristezza in musica sublime, e dunque in gioia di vivere. Con solo un pizzico di nostalgia e di malinconia. Perché, detto tra noi, chi non ha mai provato alcune di queste emozioni, almeno una volta?
Grazie per i contenuti sempre interessantissimi!
Grazie a te per la lettura! A presto