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Hanon, Il pianista virtuoso. Quando e come studiarlo

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Hanon sì o no? E’ utile studiare i 60 esercizi di Hanon, Il pianista virtuoso? Il questa lezione vedremo quando è il momento giusto per iniziare Hanon e come studiarlo in modo corretto, evitando di perdere tempo ma anche di lavorare in modo sbagliato rischiando di farsi male.

Che cos’è l’opera di Charles Luis Hanon, Il pianista virtuoso

Hanon, Il pianista virtuoso è una raccolta di esercizi di tecnica pianistica. Le raccolte di studi normalmente inseriscono i vari elementi della tecnica pianistica in brevi composizioni che hanno un contenuto musicale, magari semplice ma pur sempre di senso compiuto. Hanon invece propone degli esercizi di puro meccanismo, di movimento puro.

Per lo studente che esegue gli esercizi di Hanon è dunque più facile concentrarsi sul meccanismo, non essendoci musica da interpretate. Anche la lettura degli esercizi è molto semplice, in quanto le due mani eseguono esattamente le stesse note a distanza di ottava.

La prima parte di Hanon, Il pianista virtuoso, è la più interessante perché propone una serie di circa 30 esercizi dedicati alla tecnica delle cinque dita. Nella parte centrale, affronta scale e arpeggi. La terza ed ultima parte è dedicata alla tecnica più avanzata: note ribattute, ottave, scale per terze e per seste, trillo e tremolo. Analizziamo adesso ciascuna parte del volume, nel dettaglio.

Hanon parte prima, la tecnica delle cinque dita

La prima parte del volume è la più interessante e la prima che dovresti studiare. Seguendo dei pattern che cambiano leggermente da esercizio a esercizio, la mano si sposta sui tasti bianchi del pianoforte facendo lavorare tutte le dita ed in particolare il 4° e 5° dito, che sono i più deboli. A seguire la versione sintetica dei primi esercizi.

I-primi-esercizi-di-Hanon-il-pianista-virtuoso

Nel volume troverai gli esercizi scritti per esteso, con le diteggiature per entrambe le mani. Non sarà difficile leggere i primi esercizi, ed eventualmente anche impararli a memoria perché ogni esercizio segue uno schema ben preciso, con un movimento geometrico che si ripete uguale per l’intero esercizio.

Quando studiare la prima parte di Hanon

Molti maestri di musica propongono Hanon fin dal principio degli studi, o quasi. Io sono di diverso parere, penso che Hanon non vada bene per gli studenti del primo anno, per due ragioni.

Durante il primo anno, lo studente di pianoforte deve già affrontare il lavoro sull’indipendenza delle mani ed imparare a leggere la musica, con le due chiavi di violino e di basso. Aggiungere anche un lavoro noioso e impegnativo come Hanon mi pare eccessivo, quasi punitivo per chi già fatica a muovere i primi passi.

Anticipare troppo lo studio della tecnica è inoltre rischioso perché un allievo principiante non ha pieno controllo e consapevolezza di ciò che accade nella sua mano e rischia di suonare con delle tensioni che alla lunga possono causare dei fastidi, persino delle tendiniti. Per gli allievi e le allieve principianti, Hanon rischia dunque di essere inutile se non addirittura dannoso.

Normalmente propongo gli esercizi di Hanon ad allievi del secondo o terzo anno, che hanno già sviluppato una tecnica di base, stanno suonando brani più interessanti e quindi non vivono con fastidio un po’ di lavoro scolastico come quello sulla tecnica delle cinque dita. Andiamo adesso ad analizzare la parte centrale del volume.

Hanon parte seconda, scale e arpeggi

Proseguendo, Hanon propone le scale maggiori e minori, ciascuna delle quali si conclude con una cadenza IV V I consentendo così di lavorare anche sugli accordi. L’idea di affiancare le scale ai relativi accordi è sicuramente interessante, specialmente chi vuole suonare la musica moderna o jazz dovrebbe sempre avere ben chiara la relazione tra una scala ed i suoi accordi principali.

I-primi-esercizi-di-Hanon-il-pianista-virtuoso

Un limite di questa sezione, se la osserviamo dal punto di vista di un principiante, è che propone solo le scale su quattro ottave, mentre per chi inizia è consigliato procedere per gradi: studiare le scale maggiori e minori su un’ottava, come sono scritte ad esempio nell’appendice di Beyer op.101, proseguire poi con le scale su due ottave e solo successivamente passare a quelle su quattro ottave.

Dopo le scale maggiori e minori, Hanon prosegue con alcuni esercizi sulla scala cromatica. Questa sezione è molto accurata, infatti troviamo le scale suonate a distanza di ottava, per terze, per seste, per moto retto e contrario. Davvero non si può affrontare lo studio della scala cromatica in modo più sistematico e completo di così!

La sezione successiva propone gli arpeggi degli accordi di triade maggiore e minore, e degli accordi di settima diminuita e di settima di dominante. Questi esercizi sono sicuramente utili perché presentano tutte le diteggiature degli accordi affrontati, tuttavia la parte dedicata agli arpeggi non è completa. Mancano infatti gli accordi di settima maggiore, gli accordi minori settima e semidiminuiti, tutti accordi importanti specialmente per chi vuole studiare improvvisazione.

Quando studiare la seconda parte di Hanon

La parte centrale del volume è certamente utile, ma mentre la sezione sulla scala cromatica è completa, non si può dire lo stesso di quelle dedicate alle scale ed agli arpeggi. Per affrontare questi aspetti della tecnica in modo più sistematico lo studente dovrà quindi affidarsi ad altri libri, più completi.

Gli esercizi della parte centrale andrebbero affrontati dopo aver lavorato a lungo sulla prima parte di Hanon. Questi esercizi sono particolarmente utili come riferimento per le diteggiature degli arpeggi e delle scale cromatiche. Consiglio di studiare la seconda parte di Hanon Il pianista virtuoso a partire dal terzo anno di studio, o successivamente. Passiamo adesso alla terza ed ultima parte di Hanon, Il pianista virtuoso.

Hanon parte terza, la tecnica più avanzata

La terza parte del volume è molto varia ed affronta la tecnica pianistica più complessa ed avanzata: note ribattute, trillo, movimento del polso, scale per terze e per seste sia intere che spezzate, tecnica delle ottave, arpeggi in ottave, note tenute e tremolo.

Questi esercizi sono estremamente faticosi e richiedono un controllo totale del gesto. Per suonarli correttamente devi essere in grado di rimuovere qualunque tensione da mano, polso e braccia. Anche suonando con estrema scioltezza, alcuni di questi esercizi sono estremamente faticosi.

Una curiosità: nell’introduzione Hanon sostiene che ad eseguire tutti i 60 esercizi della raccolta ci vuole circa un’ora. Nella mia esperienza, anche un pianista in buona forma tecnica non impiega meno di un’ora e mezza, se non due.

Quando studiare la terza parte di Hanon, Il pianista virtuoso

La terza parte di Hanon dovrebbe essere affrontata da studenti esperti, molto avanzati. Eseguire questi esercizi in modo scorretto può facilmente avere conseguenze molto negative, favorendo l’insorgere di tendiniti. Se non sei assolutamente certo di poter affrontare questi esercizi nel modo corretto, ti consiglio di evitarli.

Personalmente ho affrontato la terza parte di Hanon nel periodo in cui studiavo tra le sei e le dieci ore al giorno, in preparazione di qualche esame di Conservatorio. Adesso che dedico allo studio molto meno tempo, evito completamente la terza parte di Hanon.

Conclusioni. Hanon è ginnastica per le dita? Meglio il pattinaggio su ghiaccio…

Spesso gli esercizi di Hanon vengono presentati come una sorta di “ginnastica” per le dita. Questo approccio è secondo me fuorviante, in quanto lo studio di Hanon non dovrebbe essere inteso come un lavoro di fatica, con la finalità di rinforzare la muscolatura, ma piuttosto un’occasione per lavorare sul rilassamento e sulla morbidezza.

Hanon pattinaggio sul ghiaccio pianoforte

Piuttosto che pensare ad una ginnastica, Hanon dovrebbe essere concepito come qualcosa molto più vicino allo yoga. Mentre suoni gli esercizi, cerca di rilassare il collo, le spalle, le braccia e il polso. Procedi lentamente, ignora le indicazioni di metronomo all’inizio degli esercizi, che valgono solo per i concertisti più esperti.

Concentrati sul tuo corpo, cerca una totale morbidezza ed abbandono, il suono dovrebbe essere legato e uniforme, come il vocalizzo di un cantante. Quando avrai imparato ad eseguire gli esercizi in modo totalmente fluido e senza accumulare fatica durante l’esecuzione, potrai provare a suonarli un po’ più velocemente.

Anche in questo caso, tutto dovrebbe avvenire in modo rilassato e naturale. Immagina di pattinare sul ghiaccio, le dita corrono più veloci ma senza attrito sulla tastiera, senza fatica, con agilità e bellezza.

Infine, quando sarai in una fase ancora più avanzata degli studi, potrai provare a studiare i primi 20 o 30 esercizi di Hanon in tutte le dodici tonalità maggiori. Questo studio sarà interessante da un punto di vista tecnico ma utile anche per l’orecchio, ti abituerai infatti a trasportare delle semplici frasi musicali in altre tonalità, esercizio utilissimo anche per chi vuole suonare la musica jazz e imparare a improvvisare.

Spero che questa analisi di Hanon Il pianista virtuoso ti sia stata utile, se hai domande o semplicemente vuoi farmi sapere come la pensi, sarò felice se vorrai scrivermi utilizzando la sezione apposita, più sotto nella pagina. Grazie, a presto e buon lavoro!

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  • Interessante articolo. La mia domanda è: se trasporti gli esercizi della prima parte in altra tonalità, usi la stessa diteggiatura?

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