Guida all’ascolto della musica: cinque consigli su come ascoltare musica
In questa guida all’ascolto della musica propongo cinque consigli su come ascoltare musica in modo appagante e consapevole. Sebbene oggi abbiamo grande disponibilità di musica, mi pare infatti che un po’ tutti, compresi i musicisti, stiamo perdendo l’abitudine ad un ascolto attento e consapevole. Un vero peccato, perché ascoltare musica è uno dei grandi piaceri della vita.
Questi semplici consigli si riferiscono all’ascolto della musica registrata e non ai concerti dal vivo. Se hai piacere, lascia un tuo parere a fondo pagina e dimmi cosa è importante per te, quando ascolti la musica.
Se sei un appassionato di Hi-Fi, sei andato a vivere sulla cima di un monte per non essere disturbato dai vicini di casa e l’ascolto della musica è un rituale sacro della tua giornata, probabilmente questa guida all’ascolto non ti interessa. Se invece ascolti musica in modo saltuario senza troppi pensieri, forse troverai utile qualche riflessione, specie se appartieni alla “generazione mp3”.
Bene, vediamo ora come si può ascoltare musica in modo consapevole, traendone il massimo piacere e sfruttando al meglio ciò che abbiamo a disposizione. I miei consigli per l’ascolto della musica sono cinque, in ordine di importanza:
1) Ascoltare musica con attenzione
Siamo tutti abituati a fare più cose contemporaneamente ed il sottofondo di un po’ di musica sono piacevoli mentre cuciniamo, lavoriamo, guidiamo. Tuttavia, una volta al giorno, alla settimana, al mese… vale la pena di dedicare un po’ di tempo all’ascolto della musica, senza fare nient’altro. Prova a domandarti: quand’è l’ultima volta che hai ascoltato un po’ di musica dedicandole la tua totale attenzione? Probabilmente durante un concerto dal vivo, a casa è quasi impossibile farlo, per reale mancanza di tempo o per pigrizia. Tuttavia con un po’ di determinazione potrai ritagliare nella tua giornata un’ora ,o anche meno, per ascoltare un po’ di musica dedicandole la tua piena attenzione.
Si può dedicare piena attenzione alla musica anche facendo qualche altra cosa: magari facendo sport, o in auto (ma non in mezzo al traffico). Ma se non hai mai provato, vale la pena ascoltare un disco fermi in poltrona, senza fare nient’altro. Chiedi ai tuoi familiari di legarti alla poltrona ed uscire dalla stanza. Anche Ulisse ha fatto lo stesso, per ascoltare le sirene.

2) Ascoltare un disco intero
La registrazione della musica ha vissuto vari momenti, dal disco di tre minuti, al Long Playing di 46′, passando dal Compact Disk di 100′ fino alla musica liquida che non pone limiti di tempo precisi. Molta musica è stata concepita come progetto unitario all’interno di precisi confini tecnologici (ma anche prima, nell’opera dei compositori classici). Se non lo hai mai fatto, prova ad ascoltare un disco da cima a fondo, e probabilmente scoprirai che i diversi brani musicali non sono messi in fila a caso.
Il passaggio da un mezzo tecnico al successivo spesso ha prodotto degli orrori dettati da ragioni di mercato: ad esempio molti CD portano delle bonus track che vogliono invogliare all’acquisto facendo leva anche sulla quantità di musica che contengono. Niente di male, se l’editore ha la cura di mettere le bonus track alla fine del disco, dopo i brani scelti dall’artista per la prima edizione. Personalmente trovo detestabili i CD che mettono in fila le alternate take del solito brano, costringendoci ad ascoltarlo due o tre volte di fila prima di passare al successivo. E’ come se a un pranzo di nozze venissero portati tre primi piatti assolutamente identici. “Lo Chef dice che una ricetta non gli viene mai allo stesso modo, quindi ha cucinato per tre volte lo stesso piatto…”
Altrettanto fuorvianti le raccolte “greatest hits”, anche gli artisti che non si sono preoccupati di creare degli album come unità prefissate, hanno tuttavia attraversato diversi momenti della propria carriera e della propria vita.
Il medesimo cuoco di cui sopra, potrebbe decidere di servirvi in un unico frullato aperitivo, secondo piatto, dolce e caffè. I greatest hits sono esattamente la stessa cosa.
3) Qualche informazione sulla musica che ascoltiamo
Gli album di vinile, CD e musicassette avevano le note di copertina a darci qualche informazione essenziale. Oggi abbiamo mezzi più potenti e vale la pena raccogliere qualche informazione essenziale sulla musica che stiamo ascoltando: l’anno di produzione, i musicisti che partecipano, l’idea di fondo del lavoro musicale, il contesto in cui la musica è nata.
L’ultima volta che avete consultato Wikipedia è stato per sapere quanto tempo dura la gestazione dell’Orsetto Lavatore del Nord America oppure quante mosche abbiamo mangiato andando in bicicletta nella nostra vita… dedicare un paio di minuti anche alla musica che più ci piace può essere un idea altrettanto valida.

4) Ascoltare musica non compressa
Qualche anno fa ironizzavo sull’ascolto degli .mp3 che ad un certo punto hanno imperversato facendo quasi scomparire l’audio di qualità. Oggi alcuni servizi di streaming offrono musica in HD, ed anche su YouTube a volte si trova musica non compressa. Qualcuno obietterà “ma non c’è differenza!”. In effetti, se gli .mp3 sono di alta qualità (bassa compressione), la differenza è difficile da riconoscere, specialmente con cuffie o altoparlanti di bassa qualità. Tuttavia è dimostrato che l’ascolto di musica compressa è alla lunga più stancante per il nostro orecchio. Dunque ascoltiamo pure gli .mp3 quando siamo sull’autobus o stiamo lavando i piatti, ma nel momento “sacro” dell’ascolto di un disco, scegliamo musica dall’audio non compresso.

5) Sfruttiamo al meglio i nostri strumenti per ascoltare musica
Per ascoltare musica oggi può bastare uno smartphone. Personalmente preferisco l’ascolto ambientale (con le casse dello stereo) piuttosto che le cuffie, anche se con le cuffie l’ascolto è molto più preciso e dettagliato. Magari in casa avete un vecchio piatto e qualche disco di vinile e potete provare ad ascoltare la differenza. Personalmente non sono un fanatico del vinile, anzi trovo quasi insopportabile la sua fragilità. Un CD audio ed un onesto impianto Hi-Fi sono più che sufficienti.
Qualunque siano i vostri mezzi, usateli al meglio. Ad esempio, se usate lo smartphone ricordatevi di metterlo in modalità aereo per non essere interrotti, e chiudete tutte le applicazioni in background così sarete sicuri di non incorrere in quelle pause o “salti” causati da un dispositivo sovraccarico di lavoro.
Sì, devi chiudere anche quel videogioco fantastico al quale stai giocando… avevamo detto di ascoltare la musica con attenzione, ricordi?
Conclusioni: ascoltare musica è un piacere
In questo articolo ti ho raccontato in che modo cerco di ascoltare musica e perché. Naturalmente ascoltare musica è un piacere ed è meglio ascoltarla dall’altoparlante di un telefono, compressa e distorta, piuttosto che non ascoltarla per niente. Purtroppo siamo circondati anche da troppa musica: supermercati, distributori di benzina, segreterie telefoniche ci riversano addosso musica non richiesta.
Tu come preferisci ascoltare musica? Sei un amante dell’alta fedeltà o badi al contenuto? Lascia la tua opinione nei commenti, grazie!
Ciao Leo,
Anche io i primi soldi li ho spesi per comprarmi un impianto stereo con giradischi. Pensa che ho dato la precedenza a questo piuttosto di risparmiare i soldi per comprarmi l’auto.
Dedico un ora, due ore al giorno all’ascolto della musica senza fare altro. Però ti devo confessare che a volte la mia mente si distrae e inizia a vagare e non i riesco a rimanere “attento”. Forse mi devo lasciare trasportare dalle emozioni e lasciarmi andare di più.
Caro Emiliano, credo che il vagare della tua mente sia un benefico effetto collaterale, dovremmo ascoltare più musica e lasciare vagare di più la nostra mente. Un abbraccio, a presto
Io ho a mente la differenza tra sentire la musica e ascoltare la musica…mi prendo il meritato tempo, tutti i giorni… può capitare di saltarne uno ma cerco il momento per estraniarmi e entrare nel mio momento dell’ascolto….in CD o il più piacevole col vinile (inavvicinabile dalla tecnologia nel piacere) e come sottolineavi…gli album (niente a che vedere con le raccolte) dall’inizio alla fine
Grazie Mauro, fai benissimo! Grazie del saluto, ciao
Quanta verità che dici…ormai siamo invasi da tutto ma non per scelta.La qualità è la famosa padrona assieme l tempo per il piacere di ascoltare. Grazie delle riflessioni.
Dedico un ora (almeno) tutte le sere all’ascolti della musica, principalmente jazz e classica ma anche ( considerata la mia età) il buon “ old rock”. Attrezzatura: iPhone XS, cuffie B&W P7, servizio streaming Qobuz.
Ciao Francesco. Mi pare un’ora decisamente ben impiegata. Un saluto, a presto
Articolo molto bello, vero e senza pippe!!!
Io ascolto musica tutti i giorni mentre lavoro.
E’ tanto tempo che non mi ascolto un disco “sul serio”…..
Questo fine settimana mi prendero’ un’ora tutta per Miles…
Grazie!
….primo stipendio del lavoro fisso speso un bel po di anni fa per un impianto hi fi che ancora oggi mi permette di ascoltare musica in religioso silenzio con buona qualità… piacere del quale proprio non potrei fare a meno…ti faccio ancora i complimenti per questo blog ben fatto nel quale competenza e amore per la musica sono dosati proprio bene…. un saluto ancora
Ciao Davide, anch’io spesi i primi soldi guadagnati (quattro serate di pianobar con una mia compagna di classe che cantava) comprando un lettore CD, tutt’ora funzionante dopo migliaia di ore di lavoro. Abbiamo diverse cose in comune evidentemente, la passione per la musica è al primo posto!
È bello sapere di non essere l’unico ad avere certe “pretese” in quanto all’ascoltare musica. Per quel che mi riguarda ascoltare un disco fino alla fine ultimamente sta diventando ben ardua impresa. Molti album di vari artisti arrivano al quarto/quinto brano che già ti hanno stufato, facendoti cadere in commenti del tipo “i brani erano tutti uguali” o “bello il brano lanciato come singolo, ma gli altri lasciavano molto a desiderare”. Sarà colpa del fatto che la creatività oggi giorno è costantemente “bombardata” da un inquadramento dei generi musicali? Non ci sono più gli artisti di una volta che sperimentavano nuovi stili e generi? Ma soprattutto……capita anche a voi?
Ciao Daniele, una volta prima di rassegnarmi ad abbandonare un libro lo leggevo fin quasi a metà, oggi ho cambiato atteggiamento e non esito a lasciarlo dopo poche pagine, se non mi convince. E’ ancora più vero con la musica, se un disco non vale il tempo necessario ad ascoltarlo è un dovere abbandonarlo, anche a metà del primo brano! Io mi riferivo a tutti quei dischi che meritano di essere ascoltati fino in fondo. Confesso però di frequentare solo musica jazz o rock del “periodo d’oro”, ed artisti che mi piacciono! Non credo avrei la stessa dedizione per musica pop contemporanea… ciao a presto
ciao Leo
Ottimi consigli!… personalmente li applicavo già tutti e condivido ogni cosa da te scritta.
Porto due piccoli contributi.
1) A volte ascolto musica in cuffia mentre faccio altro (per lo più lavori manuali e casalinghi) ma questo lo faccio solo con musica anche di grossa complessità che però conosco da anni.
Non mi permetto di farlo con brani anche semplici che però non ho mai ascoltato. è un po’ come quel che avviene con le persone: con un tuo parente o un caro amico ti permetti di ascoltarlo mentre fai altro, con uno sconosciuto non ti prendi questa confidenza. Spero che i brani a me “più amici” me lo perdonino 😉
2) L’ascolto in cuffia offre una cosa che penso sarebbe apprezzata anche dai compositori dei secoli scorsi: l’ascolto in luoghi di forte impatto emotivo!
Dunque sì: solitudine, dedizione totale all’ascolto ma… camminando in un bosco, in un parco, di fronte al mare, sotto la volta stellata, sotto un cielo minaccioso.
Penso che queste e tante altre situazioni sono ben più vicine al mondo interiore di molti brani rispetto alla sala da concerto o al salotto della musica (che vi suoni un quartetto dal vivo o un HF di alto livello).
Per fare solo due esempi, credo che nessuna cattedrale renda giustizia alla vastità di brano come il primo coro della cantata BWV129 quanto le vette innevate dei monti inondate dal sole, o il Benedictus della Missa Solemnis di fronte al mare quieto prima del tramonto.
ciao!
Ciao Luca, i dischi che conosciamo bene sono proprio dei vecchi amici, mi piace molto la tua idea. Grazie di essere passato e di avere lasciato il tuo interessante contributo, a presto.
Un bell’articolo per sensibilizzare le persone verso il mondo della Musica.
Un’unica precisazione tecnica (da sound engineer):
L’ascolto in cuffia non è né più preciso né più dettagliato. È solo più estremizzato.
Stereofonia estremizzata.e creazione del centro fantasma virtualmente nel cervello e non per somma acustica. Oltre a tanti altri limiti.si perde un buon 70% di quello che è ascoltate la musica 🙂
Apparte questo condivido!
Grazie Edoardo per aver letto l’articolo e per il tuo contributo competente e preciso. La tua aggiunta sulle cuffie è preziosa, mi dici una cosa che non sapevo e neppure sospettavo! Ciao, a presto
Continua cosi’ Stai facendo un ottimo lavoro!!!!
sei fantastico Leo.
E’ tutto vero,cercherò in futuro di rispettare il più possibile i tuoi preziosi suggerimenti. Grazie del tuo tempo
Ciao Roberto, grazie a te di avere letto e commentato, a presto!