[Note di lunedì n.56] Merceditas è tratto da Bolivia, uno dei migliori album di Gato Barbieri. Il brano fa ampio uso della scala pentatonica. La scala è utilizzata in diverse culture musicali, dall’Africa all’estremo oriente, fino alla musica popolare andina, che impiega strumenti intonati proprio sulla scala pentatonica.
In Merceditas possiamo apprezzare anche un’altra caratteristica tipica della musica del Sud America: la poliritmia. L’importanza del ritmo in Merceditas è confermata dalla robusta sezione di percussioni che include un batterista, un congero, un terzo musicista alle percussioni e gli altri che a volte si aggiungono battendo le mani.
Dopo un introduzione libera del sassofono, Gato chiama “Primera” (che significa “parte prima”, 0’33”). Il basso suona una frase di semiminime che inizialmente sembra suggerire un tempo di 3/4 (misure 6-8), prima di passare ad un accompagnamento più esplicitamente nel tempo composto di 6/8 (da misura 14).

La prima sezione del tema (parte A, 1’03”) è suonata sul pedale di D mantenuto dal basso, la melodia è basata quasi per intero sulla scala pentatonica di Dm:

La seconda sezione del tema (parte B, 1’32”) è basata sulla progressione per quarte tipica di molti brani (ad esempio Autumn Leaves). Sebbene la sezione ritmica continui a suonare un tempo di 6/8, il sassofono suona ripetutamente frasi in 3/4 alle misure: 49, 51, 53, 55, 57, 63, 65.

Il primo assolo è del sassofono (2’23”), segue l’improvvisazione del pianista Lonnie Liston Smith (4’08”). Dopo avere rieseguito il tema (4’51”) Gato Barbieri chiama “Segunda” (“parte seconda”, 5’35”), il tempo riparte e presto ci si accorge che la pulsazione è raddoppiata.
Infatti il 6/8 si scompone ora in due battute di 3/8 ciascuna ed il tema viene eseguito su questo tempo raddoppiato. Ma non è tutto, perché il sassofono suddivide ulteriormente il tempo semplice di 3/8 in tempo composto, suonando di fatto un tempo di 6/16.
In questo pezzo, dentro un tempo ce n’è un altro, che ne contiene un altro ancora. Tutte le possibilità coesistono in ogni momento del brano, a più riprese confermate o smentite. “Primera” e “Segunda”, sono dunque insite l’una nell’altra. Pochi brani sanno rendere in modo così chiaro il concetto di poliritmia, come Merceditas di Gato Barbieri.
Arrivederci al prossimo lunedì!
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Buongiorno, non conoscevo questo bel pezzo ottimamente commentato da lei e quindi grazie, però non mi sembra sia così frammentato come tempi ritmici, mi pare più semplice, sempre con la pulsazione costante in 6/8 (a parte il basso che per poche misure lo suddivide in effetti come un 3/4) che lei riporta all’inizio.
Naturalmente ci sono come in tutti i pezzi sovrapposizioni poliritmiche…
Grazie Davide per la lettura ed il commento. Tutte le opinioni sono bene accette dai visitatori, grazie di nuovo, a presto.
Buon pomeriggio,devo ringraziarLa per i suoi articoli sempre molto interessanti e di alto contenuto tecnico per me molto istruttivi.
Anche per me l’album Bolivia è tra i migliori ed il più bello da ascoltare .Nel ’76 avevo comprato il vinille ,ascoltavo tantissime volte questo brano , non so perchè ma me lo sentivo dentro,mi riportava nel mio mondo della campagna e degli animali e mi sembrava di essere sempre tra i compaesani nei giorni di festa tra balli e canti.
Una meraviglia
Grazie Antonio del suo saluto e della visita a questa pagina. A forza di ascoltare Bolivia, mi sembra quasi di esserci stato sulle Ande dove cammina il protagonista di “Vidala Triste”. Un cordiale saluto, a presto
Ciao Leo,
a volte la scomparsa di questi importanti musicisti diventa un momento di riscoperta. Grazie a persone come te, una parentesi di divulgazione di conoscenza. Bella nota!
Grazie Filippo. Gato ha dato molto alla musica, anche in Italia. L’album Bolivia è tutto molto bello, quando hai tempo ascoltalo per intero. Ciao, a presto!