[Note di lunedì n.62] Olê, Olá fa parte del primo album di Chico Buarque de Hollanda, pubblicato nel 1966. Il musicista brasiliano aveva appena 22 anni, eppure nel suo primo disco sono già presenti gli elementi tipici della sua musica, radicata nella musica popolare brasiliana ma spesso molto elaborata dal punto di vista armonico.
Oltre ad essere uno dei più grandi interpreti della bossanova, Chico Buarque è anche drammaturgo e poeta. I suoi testi affrontano temi di critica sociale e politica, per la sua opposizione alla dittatura negli anni 1969-70 lasciò il Brasile e visse in Italia dove realizzò due album con Ennio Morricone, molto importanti per la diffusione della musica brasiliana in Italia.
Olê, Olá è composto da tre strofe, ciascuna delle quali è bipartita. La forma che ne risulta è dunque AB AB AB. La parte A viene sempre interpretata con la sola chitarra ed è basata sull’accordo di Em.
Nella parte B troviamo invece una modulazione tra le tonalità di F, G♭, G , A♭ e successivamente una discesa cromatica del basso, elemento tipico di molte altre canzoni di Chico Buarque.

Le modulazioni repentine e la discesa cromatica finale rendono la canzone precaria ed instabile, la parte B sembra contraddire il contenuto della parte A. Sebbene sia apparentemente un inno all’allegria ed alla leggerezza, la canzone esprime una crescente ansia, inoltre la frase finale “Puoi piangere ormai” contraddice quanto affermato all’inizio “Non piangere bambina”.
Spesso le canzoni di Chico Buarque hanno un doppio livello di interpretazione, quello vero nascosto dietro uno superficiale. Il caso più famoso è quello de La banda, una canzone che accusa la dittatura: dietro alla finta allegria della banda che suona per strada, il popolo soffre in silenzio.
Dalla versione italiana de La banda, interpretata da Mina, fu però eliminata l’ultima frase, quella che svela l’inganno e chiarisce il vero significato della canzone. Una vera e propria falsificazione che trasforma una canzone di protesta in una canzonetta senza senso.
Anche Olê, Olá può essere interpretata in questo modo. Questa ed altre canzoni dell’album descrivono l’ipocrisia della dittatura, dietro la superficiale e forzata allegria del popolo si celano in realtà miseria e disagio.
Arrivederci al prossimo lunedì
chico chico ..questo autore ha scritto uno dei miei brani preferiti in assoluto … non posso fare a meno di commuovermi ogni volta che lo sento ….allora visto che siamo in tema ….tanto per dirsi due cose ….(ti mando una cover!!…)
https://youtu.be/KAggWL7WuGo
Conoscevo questi due musicisti portoghesi soprattutto per i pezzi indiavolati scritti da lui ed interpretati da lei con notevoli ornamenti vocali. Grazie per il link, ciao a presto