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Note di Lunedì

Cab Calloway, St. Louis Blues. Sempre al centro della scena.

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[Note di lunedì n.70] Cab Calloway è stato uno straordinario cantante, ballerino e uomo di spettacolo. Dopo i primi successi al Cotton Club dove sostituì niente meno che l’orchestra di Duke Ellington, ha continuato ad esibirsi per tutta la sua vita fino ad oltre ottanta anni di etĂ .

Cab Calloway era dotato di una potenza vocale impressionante e non aveva difficoltĂ  a farsi udire mentre la sua orchestra suonava, sebbene i primi sistemi di amplificazione non fossero molto sofisticati.

Da questo punto di vista il suo modo di cantare è del tutto diverso da quello dei grandi crooner della generazione seguente, ad esempio Frank Sinatra e Nat King Cole, che spesso cantano in modo intimo, quasi bisbigliando nel microfono.

Nelle sue performance Cab Calloway non si limita mai a fare una cosa sola, ma fa sempre spettacolo ballando, cantando ed ammiccando con il suo viso espressivo. La sua energia è impressionante anche da un punto di vista atletico perchĂ© esegue passi di danza sfrenati durante le parti strumentali suonate dall’orchestra, e poi attacca a cantare a piena potenza, senza mostrare alcuna fatica.

Questa versione di St. Louis Blues è un ottimo esempio del suo stile. Dopo una breve introduzione, al minuto 0’10” la tromba esegue il tema utilizzando un caratteristico timbro growl. La seconda parte del tema è suonata dal trombone (0’25”), anche questo utilizza un timbro growl.

Successivamente (0’45) inizia la parte cantata: ascoltiamo una lunga nota tenuta, potente e perfettamente intonata, che dura per ben nove misure. Le frasi seguenti hanno colore blues, mentre al minuto 1’35” Cab Calloway gioca con le parole eseguendo uno scioglilingua, quasi un rap, prima di lasciare nuovamente spazio all’orchestra.

Questo brano ci ricorda che le grandi orchestre degli anni ’30 non facevano solo musica ma spettacolo a 360 gradi, con interventi di ballerini, comici, giocolieri. In questo ambito Cab Calloway era un autentico fuoriclasse, capace con i suoi passi di danza e le espressioni del viso di calamitare l’attenzione del pubblico ancor prima di cantare: una vera stella del palcoscenico, sempre al centro della scena.

Arrivederci al prossimo lunedì!

Abbiamo giĂ  analizzato un’altra versione di St. Louis Blues, eseguita da Louis Armstrong e Bessie Smith. VAI ALL’ARTICOLO

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