[Note di Lunedì n.171] Blue In Green è un brano contenuto nel celebre album di Miles Davis Kind Of Blue, pubblicato nel 1959 e considerato l’album jazz di maggior successo di sempre. Miles Davis con questo lavoro voleva esplorare il jazz modale, e contribuì a diffonderlo tanto tra i musicisti quanto tra il pubblico. Ho provato ad analizzare melodia, armonia e forma di Blue In Green. Ecco cosa ho scoperto.
Partiamo dal titolo: Blue In Green. Ogni accostamento tra musica e colori è ovviamente arbitrario, i suoni si ascoltano mentre i colori si guardano. Eppure questo titolo contribuisce a chiarire l’estetica di Miles Davis e della musica modale. Questo mescolamento di colori, il blu e il verde, richiama la tecnica dei pittori impressionisti, che verso la fine dell’800 abbandonarono la pittura realista in favore di una maggiore libertà e creatività.
In modo simile, il jazz modale abbandona le complicate sottigliezze della musica tonale, con tutte le sue prescrizioni quali tonalità, cadenze e modulazione, in favore di un sistema più libero. Nel jazz modale il musicista può suonare con meno vincoli armonici e con maggiore espressività, esplorando nuove strade nelle sue improvvisazioni.
Blue in Green in realtà non è un pezzo modale vero e proprio, in quanto non abbandona affatto le regole dell’armonia tonale. Il brano è infatti in tonalità di Re minore, modula poi alla tonalità di Si bemolle maggiore alle misure 4-5 e a quella di La minore alle misure 8-9.

Tuttavia Blue In Green è un brano innovativo per almeno tre elementi: la melodia, la forma e la metrica. Iniziamo dalla melodia; pur rimanendo all’interno di un percorso tonale, con cadenze e modulazioni, la melodia canta quasi sempre note estranee all’accordo, o meglio note di tensione.
Ad esempio, sul primo accordo Gm7, la melodia è sulla tredicesima Mi. Nella seconda misura, l’accordo è A7 e la melodia canta C, ovvero la nona aumentata. A seguire l’analisi completa della melodia, e la relazione delle varie note con gli accordi sottostanti. Osserviamo che la melodia è molto insolita, il tema sembra quasi contraddire gli accordi sottostanti, si ferma quasi sempre su note di tensione.

Il brano è insolito anche dal punto di vista della forma, in quanto ha una durata di dieci misure. Gli standard jazz sono normalmente costruiti su frasi di otto misure, sono numerosi ad esempio i pezzi di 32 misure, con forma AABA o ABAC. Esistono anche brani di 16 misure, come Summertime o Lady Bird, e naturalmente anche i classici blues di 12 misure.
Blue in Green con le sue dieci misure, ha dunque una forma insolita. Inoltre, l’inizio sul IV grado e la melodia molto sofisticata tendono a rendere poco chiari l’inizio e la fine del giro armonico, dando la sensazione di una forma circolare.
Un terzo elemento di originalità in Blue In Green è il cambio di metrica durante le improvvisazioni. Il brano è infatti strutturato in questo modo:
Intro pianoforte e basso | 8 misure | tempo doppio |
Tema tromba | 1 chorus | tempo normale |
Improvvisazione tromba | 1 chorus | tempo normale |
Improvvisazione piano | 2 chorus | tempo doppio |
Improvvisazione sax | 2 chorus | tempo doppio |
Improvvisazione piano | 2 chorus | tempo quadruplo |
Improvvisazione tromba | 2 chorus | tempo normale |
Tema pianoforte | 2 chorus | tempo quadruplo |
La metrica scivolosa e variabile si aggiunge dunque alla forma di dieci misure ed alla melodia che canta sulle note di tensione. Il risultato è un flusso imprevedibile, dove il senso del chorus si perde quasi completamente e il discorso rimane sempre teso e liquido, togliendo all’ascoltatore qualsiasi punto di riferimento. In questo modo Miles Davis e la sua band rompono gli schemi classici del jazz, che era fortemente ancorato a forme e concetti armonici ben consolidati e ripetitivi.
Una curiosità su Blue In Green: il brano fu scritto dal pianista Bill Evans, ma fu Miles Davis a firmarlo a suo nome, accreditandosi come compositore. Anche in altre occasioni Miles si è preso il merito di composizioni altrui, ad esempio con Donna Lee composto da Charlie Parker, ma registrato a suo nome.
Miles Davis era un musicista dalla forte personalità. Evidentemente riteneva che i suoi compagni di band gli fossero debitori per le tante idee musicali che lui condivideva con loro, e si ripagava impadronendosi delle loro composizioni! Di sicuro gli siamo debitori noi appassionati di jazz, per i dischi meravigliosi che ci ha lasciato, tra i quali Kind Of Blue.
Al prossimo lunedì!
Interessantissimo articolo. Meticolosa analisi e ho sempre pensato che il brano fosse registrato a nome di Bill Evans. Ah ah Miles …
Ciao Glauco, ti ringrazio per la lettura! A presto