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Note di Lunedì

Ben Webster, Chelsea Bridge. La voce calda del sax tenore

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[Note di lunedì n.18] Storica voce dell’orchestra di Duke Ellington, Ben Webster iniziò come molti imitando Coleman Hawkins, sviluppando poi un linguaggio più personale. Il sassofonista era capace di suonare in modo potente e appassionato ma la sue caratteristiche più originali sono il timbro caldo e l’uso magistrale delle dinamiche, come accade in Chelsea Bridge.

Chelsea Bridge è un tema suggestivo composto dal braccio destro di Duke Ellington, Billy Strayhorn. All’inizio la melodia insiste ripetutamente sulla #11, creando un effetto di tensione e sospensione. La parte B è invece movimentata da modulazioni alle tonalità di Mi, La e Sol.

Chelsea Bridge, Billy Strayhorn
Chelsea Bridge, Billy Strayhorn

Ascoltiamo Ben Webster accompagnato da una ritmica europea, probabilmente al Ronnie Scott Jazz Club di Londra. Il sassofonista centellina le note del tema, sempre indietro rispetto al tempo, maestro del “non detto” e delle sfumature.

La parte B (minuto 1’06”) è appena bisbigliata ed al termine dell’esposizione Ben Webster lascia l’improvvisazione al pianista (2’10”), il quale prosegue come ipnotizzato dalla voce del sax tenore, suonando un assolo scarno ed asciutto che richiama in parte lo stile di Thelonious Monk. Il sassofonista riprende poi il tema, con le ultime note che sfumano nel silenzio.

Ben Webster interpreta la composizione di Billy Strayhorn Chelsea Bridge con il proprio personalissimo stile, rarefatto e sospeso, creando una sorta di quadretto impressionista non dissimile dalla musica del compositore classico francese Claude Debussy.

Arrivederci al prossimo lunedì!

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